Dopo i 418 milioni di euro versati a luglio da Telecom Italia per chiudere il contenzioso sull’Iva con l’agenzia delle entrate , nato in seguito della vicenda Sparkle, la faccenda potrebbe arricchirsi di un nuovo (costoso) capitolo: la controllata sarebbe coinvolta in un nuovo caso di evasione.
A maggio, dopo un’ispezione della Guardia di Finanza, era stata contestata a Telecom Sparkle l’indetraibilità dell’Iva relativa a prestazioni risultate inesistenti, e in seguito a questa contestazione la telco si era accordata per il pagamento milionario. Tuttavia, in quell’occasione le Fiamme Gialle avrebbero contestato a Telecom Sparkle anche l’indeducibilità ai fini Ires e Irap di costi relativi a quelle stesse operazioni: un ulteriore conticino salato da oltre 429 milioni di euro (al netto di interessi e sanzioni).
Nel frattempo, lo scorso 5 agosto (successivamente all’accordo che ha visto Telecom sborsare 418 milioni), Telecom Sparkle ha ottenuto il dissequestro di 288 milioni su 298 che la Procura aveva congelato nel febbraio scorso in attesa del contenzioso (che però ancora non è partito) e che corrispondevano al “credito Iva illecitamente maturato per gli anni di imposta oggetto delle illecite attività contestate”.
Dieci milioni rimangono sotto sequestro della Procura “per esigenze cautelari connesse al procedimento penale in corso”: proprio le questioni Ires e Irap rimangono in ballo per la telco. Anche se, fanno sapere i vertici Telecom, l’eventuale esborso di oltre 400 milioni è un’ipotesi possibile ma improbabile .
Claudio Tamburrino