La Spezia – Lieto fine per un’azione legale aperta da un’utente di Aulla (MS) contro Telecom Italia : la cliente, una donna di 50 anni in credito verso l’incumbent, è riuscita ad averne ragione ed è riuscita ad ottenere il risarcimento a cui aveva diritto. Attraverso una procedura di pignoramento, che potrebbe costituire un incoraggiamento per altri utenti a muoversi nello stesso modo per far valere i propri diritti.
Come riferiscono alcuni organi di stampa, tra cui Liguria Notizie , l’utente aveva un conto in sospeso con Telecom Italia, che le doveva corrispondere la somma di 3mila euro a titolo di risarcimento, per aver indebitamente attuato il distacco della sua linea telefonica domestica. La vicenda ha avuto inizio a fine 2005, quando l’incumbent ha recapitato alla donna una bolletta “gonfiata” da numerose telefonate destinate a numerazioni 899. L’utente, lamentando di non aver mai effettuato quelle chiamate, pagò la bolletta solo parzialmente e la compagnia telefonica, dopo averla messa in mora, le ha staccato il telefono.
Dopo un anno dal fatto, e dalla richiesta di risarcimento, l’incumbent non aveva però provveduto al pagamento. L’utente non ha avuto altra soluzione che intraprendere un’azione legale, supportata dall’avvocato Massimiliano Buriassi delegato di Telefono Blu per le province di Massa e La Spezia. Il giudice di pace di Aulla ha accolto le ragioni avanzate dall’utente, disponendo il pignoramento ai danni di Telecom Italia. Pignoramento che ha avuto luogo presso un punto vendita Telecom Italia di Sarzana, dove l’avvocato Buriassi si è presentato con l’ordinanza del giudice e procedendo al sequestro della somma di denaro che il rivenditore avrebbe dovuto versare alla Società.
“Nonostante le reiterate intimazioni che la invitavano al pagamento – commenta l’avvocato Buriassi, riferendosi a Telecom Italia – non ha adempiuto alle prescrizioni della sentenza del giudice. Quando vanta crediti l’azienda si avvale di società di recupero estremamente aggressive che non concedono tregua al debitore. ma quando c’è da pagare…”.