Roma – Oggi potrebbe essere la giornata in cui si deciderà il destino di Telecom Italia , con molte probabilità destinata ad essere controllata congiuntamente dal colosso americano delle TLC AT&T e dalla messicana América Movil , un’ipotesi che ha preso corpo nelle ultime ore e che si scontra contro quella che il Wall Street Journal definisce resistenza nazionalista di molti politici italiani.
L’idea che i due giganti americani possano acquisire ciascuno il 33,3 per cento di Olimpia, che controlla il 18 per cento di Telecom Italia e l’azienda, è invisa al premier Romano Prodi e non è andata giù al ministro delle TLC Paolo Gentiloni , che si è detto “estremamente preoccupato” per quanto sta accadendo. Secondo Gentiloni, che ne ha parlato a Il Messaggero , Telecom rischia lo spezzatino , in quanto la società messicana punterebbe alla divisione Tim Brasil mentre AT&T sarebbe interessata a controllare il resto.
Il tentativo del Governo di far intervenire le banche italiane e mantenere un controllo italiano su una società definita “strategica” per il futuro del paese, sembra destinato a naufragare: Unicredit , su cui molti facevano assegnamento, ha già dichiarato di non essere interessata.
Ora il Governo sembra deciso a far buon viso a cattivo gioco : il portavoce Silvio Sircana ha affermato che “le decisioni dei consigli di amministrazione sono sacre e vanno rispettate” mentre il ministro per l’Attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata , ritiene che “nel concreto, il Governo non può fare alcunché e credo che non farà alcunché”.
Secondo il ministro all’Innovazione nella PA, Luigi Nicolais , c’è preoccupazione ed “è una cosa sui cui meditare con calma” perché “una grande impresa di telecomunicazioni dovrebbe avere un controllo nazionale. È una cosa sulla quale bisogna andare con i piedi di piombo”. Ma il tempo stringe , come sottolineano gli analisti del Wall Street Journal , secondo cui già entro oggi potrebbe chiudersi la partita.
Il segretario dei DS Piero Fassino ha dichiarato che condivide la preoccupazione, pur sottolineando che “non è in discussione il diritto di chi possiede delle azioni a metterle sul mercato”.
Di altro parere è il presidente della Camera Fausto Bertinotti , secondo cui “quando sono in gioco le grandi scelte strategiche di sviluppo del Paese, Parlamento e Governo devono poter compiere una scelta di indirizzo”. Non solo, secondo Bertinotti se le istituzioni non si possono esprimere su fatti di questo tipo allora “siamo in presenza di lesione della sovranità”.
Intanto dalle pagine di Affari Italiani il collaboratore di Romano Prodi Mario Barbi sostiene che la mossa su Olimpia “è un fatto contrario agli interessi del paese. È l’esito spregiudicato di un’operazione condotta a debito e senza denari propri”.
Sulla stessa linea Angelo Bonelli , capogruppo dei Verdi alla Camera, secondo cui il Governo deve “immediatamente intervenire a fronte di una assenza di iniziativa del mondo imprenditoriale italiano” per “garantire gli interessi generali del paese, perché le comunicazioni sono un asse strategico della nazione”.
In controtendenza nella maggioranza Daniele Capezzone , esponente della Rosa nel Pugno e presidente della commissione Attività produttive della Camera, secondo cui preoccupante non è l’operazione su Olimpia quanto “la deriva dirigista e interventista della politica e del Governo sulla vicenda Telecom”. “C’è da rimanere sconcertati – ha dichiarato – dinanzi al coro di Ministri che da ieri sera si è levato, con una voce sola. Dico alla politica, al Governo, ai Ministri che sono intervenuti a tamburo battente: giù le mani dal mercato. Lasciamo che le forze del mercato possano agire e interagire senza interferenze politiche”.
Polemico anche Maurizio Gasparri , esponente di Alleanza Nazionale e già ministro delle TLC, che ha fatto sapere di augurarsi che “Telecom possa rimanere italiana non soltanto di nome” ma ha anche sottolineato che “non può essere il dirigismo o una sorta di esproprio pubblico che può garantire un futuro tricolore a questa azienda. Banchieri, gruppi finanziari e chi ha risorse si muova mettendo mano al portafoglio”.
Dall’opposizione si fa sentire anche Benedetto Della Vedova , di Forza Italia, secondo cui le esternazioni di preoccupazione del Governo “sono del tutto fuori luogo”. A suo dire, i due colossi delle TLC intenzionati ad acquisire il controllo di Telecom “saprebbero assicurare a Telecom adeguate prospettive tecnologiche e industriali al servizio dell’economia italiana”. Della Vedova ricorda che le attuali normative fan sì che questo genere di operazioni avvengano “senza che i piccoli azionisti possano trarre vantaggio alcuno dall’operazione”.
I sindacati sono preoccupati . Lo ha fatto sapere il segretario di CISL Annamaria Furlan , che si dice sconcertata dall’operazione. “Sarebbe un fatto gravissimo – afferma – che Telecom, rete strategica per il paese, fosse ceduta in mani straniere”. “La CISL – dichiara – auspica che il sistema industriale e finanziario italiano sappia affrontare con capacità e senso di responsabilità questa sfida” e sottolinea che “in gioco c’è il destino del più grande gruppo telefonico del paese, l’ultimo di proprietà italiana”.
Contro l’operazione anche i consumatori di Adusbef e Federconsumatori che in una nota ritengono che il Governo debba impedire “l’alienazione di un assetto strategico per qualsiasi paese, come la rete delle comunicazioni, pagata nel tempo in bolletta dalla generalità degli utenti della vecchia Sip, oggi Telecom Italia”.
AT&T, intanto, conferma le proprie manovre sottolineando di essere attiva in 137 paesi e di ritenere che il suo investimento in Olimpia “fornirà a Telecom Italia un partner strategico”.
E i mercati hanno apprezzato le manovre di AT&T tanto che ieri il titolo Telecom è schizzato verso l’alto portandosi dietro i titoli della Pirelli e delle altre società che fanno capo a Marco Tronchetti Provera.