Telecom Italia ha annunciato una svalutazione delle attività condotte nel nostro paese per un importo totale di 7,3 miliardi di euro . L’azienda segna anche per questo una perdita per il bilancio 2011 pari a 4,7 miliardi.
Peraltro, nonostante l’anno appena trascorso sia stato per l’AD Franco Bernabé “difficile per l’economia internazionale e ancora di più per l’Italia che é stata investita dalla crisi del debito sovrano”, Telecom senza tali rettifiche contabili avrebbe chiuso con un positivo di 2,6 miliardi, un risultato in linea con il 2010.
Inoltre, a livello di gruppo l’anno si è chiuso con 29,957 miliardi di ricavi, in aumento dell’8,7 per cento rispetto all’anno precedente.
L’AD ha spiegato che la crescita dei tassi d’interesse ha portato ad un aumento del costo del capitale e ad un conseguente “ribasso del valore dei flussi di cassa futuri impiegati per determinare il valore dell’avviamento” e per questo “si é dovuto procedere a una svalutazione di parte del valore dell’avviamento formatosi a seguito delle operazioni Olivetti/Telecom Italia del 1999 e 2003 e di acquisizione delle minorities di TIM nel 2005”.
La svalutazione non significa tuttavia che vi saranno “impatti di natura finanziaria”: in particolare, poi, “non pregiudica, visto l’ammontare di riserve disponibili residue superiori ai 7 miliardi di euro, il rispetto della dividend policy annunciata nel Piano 2012-2014”.
Il Consiglio di amministrazione ha infatti confermato il dividendo: ai soci è stata proposta una cedola complessiva di 900 milioni di euro , con 4,3 centesimi per ogni azione ordinaria e 5,4 centesimi per le azioni della categoria risparmio.
Il titolo della telco ha segnato un meno 2 per cento alla Borsa di Milano, risultando il peggiore a Piazza Affari tra quelli a elevata capitalizzazione.
Claudio Tamburrino