L’Autorità italiana garante delle comunicazioni punta il dito contro Telecom Italia, ed in particolare contro la nuova offerta di linea fissa “Tutto Voce”.
Questa fa parte del piano di rebranding (TIM diventerà l’unico marchio commerciale del gruppo) e di semplificazione dell’intera offerta fissa, mobile e Internet dell’azienda e prevede che a partire dal primo maggio la linea telefonica casalinga sia dotata di un piano flat che comprende anche chiamate illimitate verso tutti i fissi e cellulari nazionali .
Pur affermando di apprezzare il cambiamento di indirizzo di Telecom, che passa da 17 diversi regimi tariffari a 3 , uno sforzo che il presidente Agcom Angelo Marcello Cardani definisce “importante”, la nuova offerta “Tutto Voce” sembra non esser stata correttamente pubblicizzata da parte della telco.
Il problema è che prevede la migrazione dei clienti dal cosiddetto servizio universale, la connessione alla linea RTG, la rete di comunicazione pubblica in postazione fissa, al nuovo piano tariffario, ma non sembra aver adeguatamente notificato tale cambiamento che potrebbe influire sulla bolletta ai suoi abbonati .
Si legge infatti nell’ intervento di Agcom che “a seguito delle attività di verifica della manovra proposta da Telecom Italia svolte in questi mesi, l’Autorità ha riscontrato alcune criticità in relazione a due profili di tutela previsti dalla normativa: l’esaustiva e trasparente informazione resa alla clientela, anche al fine di garantire un corretto esercizio del diritto di recesso; la tutela del diritto di scelta per gli utenti che utilizzano il c.d. servizio universale, in sostanza quei clienti che hanno attivo il servizio di connessione alla rete di comunicazione pubblica in postazione fissa (accesso alla linea RTG) e che non hanno attivato in passato offerte tariffarie aggiuntive rispetto a tale servizio”.
Per l’Authority, quindi, il problema è doppio: innanzitutto la questione formale costituita dal non aver ottenuto i necessari consensi da parte degli utenti, conseguentemente il fatto che tali utenti si ritrovano con un piano tariffario diverso da quello finora avuto e che non hanno potuto usufruire della possibilità di scelta in vista del prossimo cambiamento.
Così, per mancata chiarezza, i consumatori rischiano di vedersi recapitare una bolletta mensile più elevata: per questo su proposta del relatore Antonio Nicita, Agcom ha emesso un provvedimento di diffida rispetto agli articoli 53, 54, 70 e 71 del Codice delle comunicazioni elettroniche, attraverso cui chiede trasparenza alla telco nei confronti dei consumatori interessati, la concessione di tempi maggiori per la decisione del consumatore a partire dall’invio della bolletta del nuovo contratto e non dalla comunicazione del cambiamento e l’apertura di un tavolo congiunto Associazioni Consumatori-Telecom per elaborare, in particolare, le corrette modalità di passaggio e privilegiare la conciliazione per la risoluzione di eventuali contenziosi.
Per il momento Telecom non ha commentato la vicenda, mentre l’associazione dei consumatori Adiconsum ha espresso apprezzamento per un’azione che deve portare “le famiglie a poter scegliere in maniera consapevole”.
Claudio Tamburrino