La portabilità vera e veloce del numero di telefonia fissa in Italia non è più una chimera: a marzo 2008, a dieci anni dalla liberalizzazione del mercato delle TLC, diventa una concreta speranza. Ieri fonti dell’Autorità TLC hanno fatto sapere che sarebbe stato finalmente raggiunto un accordo con tutti gli operatori , un’intesa destinata a introdurre tempi e procedure certe per il cambio di operatore sul fisso.
Sebbene sia la telefonia mobile l’enfant prodige delle TLC italiane, il fisso rappresenta lo zoccolo duro dei fatturati di numerosi carrier, primo tra tutti naturalmente Telecom Italia: è la concorrenza sul fisso a fare da termometro dell’apertura reale del mercato italiano. L’Autorità lo sa, ne deve anche rispondere in sede europea, e ora c’è anche chi scommette che effettivamente entro metà aprile verrà firmato il Codice di condotta con cui gli operatori si assumeranno impegni certi rispetto ai clienti.
Con l’avanzare dei nuovi servizi che fondono fisso e mobile e nonostante i risultati già ottenuti proprio sul fronte mobile , l’Authority sta anche lavorando per consentire ai nuovi operatori entranti, definiti operatori virtuali sebbene siano fin qui più che altro dei reseller, ampi spazi di manovra sulle nuove numerazioni. Conferme su questo fronte e applausi sparsi a questo certosino lavoro di “ricostruzione” del mercato sono giunti ieri da Pietro Guindani , presidente di Asstel che in una nota ha definito molto competitivo il mercato delle TLC mobili italiano. Guindani, che prende spunto dai commenti comunitari sullo stato delle TLC italiane, sottolinea come 14 milioni di italiani abbiano già potuto godere della portabilità sul mobile . E questo nonostante i molti problemi incontrati dai consumatori.
“È proprio l’elevata concorrenza – ha dichiarato Guindani, che è anche amministratore delegato di Vodafone Italia – che ha spinto molti consumatori ad utilizzare la portabilità del numero. Infatti solo nell’ultimo anno, primato assoluto in Europa, oltre quattro milioni di clienti hanno richiesto e ottenuto il servizio”. Guindani ha parole di elogio per tutti, per gli operatori e per l’Autorità TLC che insieme “hanno realizzato condizioni tali per cui il cambio di operatore è una operazione vantaggiosa per il consumatore e viene realizzata secondo modalità che complessivamente hanno dimostrato di funzionare. La portabilità mobile in Italia è probabilmente un caso di eccellenza in Europa giudicando sulla base dei risultati”.
Ad applaudire il lavoro dell’Autorità TLC però ieri è intervenuta la stessa Autorità TLC, nel commentare i rilievi della Commissione Europea nel suo rapporto annuale. “Il Rapporto promuove l’attività dell’Agcom – dice Agcom – in relazione all’anno appena trascorso, mettendo in luce la progressiva diminuzione dei prezzi dei servizi al dettaglio” (l’evidenza è nostra, ndr). Una discesa valutata a -14 per cento nel corso del 2007. Inoltre, sottolinea l’Autorità, vengono premiate “le numerose iniziative assunte dall’Autorità per il rafforzamento della tutela dei consumatori (trasparenza delle informazioni sui prezzi, semplificazione delle procedure di soluzione stragiudiziale delle controversie ecc.)”.
L’Autorità, tanto per cambiare discorso, si incensa soprattutto proprio sul fronte della portabilità mobile, che pone l’Italia al primo posto in Europa . “Il Rapporto – continua Agcom – riconosce inoltre i significativi progressi nella diffusione dei servizi a larga banda. Sono 10,2 milioni i clienti che fruiscono di questo tipo di servizi per un tasso di penetrazione pari al 17,2 per cento. Un dato, questo, sempre più vicino alla media europea del 20 per cento”. Secondo l’Autorità, l’invito del commissario europeo Viviane Reding a fare di più sul fronte del broad band si incontra con i provvedimenti adottati dall’Authority “per la promozione della diffusione della larga banda in un contesto pienamente concorrenziale segnalando in particolare, la recente approvazione dell’offerta Bitstream “. Reding aveva dichiarato che “i punti bianchi nella mappa sono inaccettabili”, riferendosi alle molte aree non coperte dalla banda larga . “Una caratteristica specifica della situazione italiana ma anche di quella tedesca – aveva specificato – è il gap tra le diverse aree del paese, con una copertura a livello nazionale dell’89 per cento ma solo del 50 nelle aree rurali”. Reding aveva chiesto “più sforzi” per risolvere il problema”. E aveva attaccato anche sul fronte portabilità, dove mediamente un utente italiano deve attendere 20 giorni per cambiare operatore . “Non c’è nessuna ragione – aveva spiegato – per cui un utente debba essere punito quando decide di cambiare operatore”.
A rafforzare comunque l’applauso ad Agcom e al mercato nostrano è intervenuto ieri, infine, anche lo stesso presidente dell’Autorità, Corrado Calabrò secondo cui la Commissione Europea “dà atto dei numerosi primati italiani in materia di UMTS, televisione mobile e portabilità del numero”. “È con legittima soddisfazione – ha anche detto – che rilevo che la Commissione Europea ha registrato il grande sforzo compiuto quest’anno dall’Agcom a tutela dei consumatori”. Calabrò non nasconde che c’è però ancora “molto da fare per garantire più investimenti nei servizi a larga banda, dove l’Italia non è tuttora in linea con i Paesi più virtuosi d’Europa”. “Si tratta – ha concluso – di un servizio fondamentale per lo sviluppo socio-economico del Paese”.