Roma – Aumenta la concorrenza nel settore della telefonia e calano le tariffe. Queste, due delle conseguenze centrali secondo l’ Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni del lavoro svolto dal Garante, dal Governo e dal Parlamento per offrire al paese un mercato più aperto e… conveniente.
La relazione annuale del Garante è stata presentata dal presidente dell’Authority Enzo Cheli , secondo cui gli utenti oggi come non mai possono scegliere tra una pluralità di offerte e tariffe telefoniche , sia sul fisso che sul mobile. Una possibilità di scelta che sarebbe innestata da una concorrenza crescente e dal calo progressivo delle quote di mercato dell’operatore dominante Telecom Italia . E questo varrebbe anche per Internet.
Tra le rivendicazioni dell’Autorità sul ruolo svolto nell’ultimo anno, Cheli ha parlato di: introduzione di un tetto massimo per i servizi a canone (il cosiddetto price cap ); riduzione delle tariffe di interconnessione per il 2004, ossia dei costi che gli operatori alternativi si trovano a fronteggiare per interfacciarsi con la rete Telecom; realizzazione di un database unico degli IMEI da parte degli operatori di telefonia mobile per scoraggiare i furti di cellulari; l’ attività di vigilanza sui servizi Internet”: qui Cheli ha affermato semplicemente che nel corso del 2003 sono arrivate all’Autorità “alcune migliaia di istanze da parte degli utenti e delle imprese, con un consistente aumento rispetto agli anni precedenti”. Cheli ha anche ricordato le attività di censura svolte dall’Autorità per impedire la diffusione di materiale nocivo per i minori.
Sul piano delle tariffe telefoniche , Cheli ha affermato che “dal 1998 ad oggi” si è assistito ad “un calo costante, complessivamente quantificabile in circa il 46% nei prezzi all’ingrosso e in circa il 10% nei prezzi al consumo”. Che Cheli ritenga la situazione in progressivo miglioramento era già emerso nella relazione dello scorso anno quando aveva parlato di operatori capaci di “erodere la posizione dell’incumbent”.
Altri dati di interesse che emergono dalla relazione annuale, il fatto che nel 2003 i ricavi da telefonia mobile hanno superato quelli da telefonia fissa , vale a dire 16,7 miliardi di euro contro 16 miliardi. Un sorpasso che è anche nel numero degli utenti: nel 2003 le linee mobili erano 56,7 milioni e ci si attende che superino i 60 milioni entro la fine dell’anno. Di converso scendono gli abbonati di rete fissa perché, secondo l’Autorità, gli utenti adottano sempre più spesso l’alternativa mobile o i nuovi servizi broad band.
Per quanto riguarda la connettività Internet , Cheli ha spiegato come “sia nella rete fissa sia in quella mobile” sia sempre più importante “l’apporto della componente dati, che ormai costituisce oltre il 15% dei ricavi dei servizi di rete fissa ed il 13% dei ricavi dei servizi di rete mobile”. Secondo l’Autorità, in Italia vi sono 23 milioni di utenti Internet . 3,4 milioni sarebbero coloro che dispongono di banda larga
Secondo l’Autorità avanza anche la carrier preselection , usata da 3,7 milioni di abbonati, nonché il cosiddetto ultimo miglio , ossia il passaggio dell’utenza telefonica ad operatori alternativi a Telecom Italia. Su questo dato, quello a cui ci si riferisce come “unbundling” del local loop, Cheli non ha fornito alcun numero, limitandosi a dichiarare che emerge “un tasso di crescita più veloce di quello riscontrabile negli altri paesi europei “. Dichiarazioni che, come si vedrà, non sono piaciute ai consumatori.
Nella presentazione di Cheli ( qui in.pdf) si parla, tra le altre cose, del ruolo trainante del settore ICT dal 2002 in poi, proprio gli anni che secondo le associazioni del comparto hanno visto una decisa contrazione . Secondo Cheli il futuro è roseo, con crescita per l’ICT compresa tra il 4,1 per cento previsto per il 2004 e il 4,8 per il 2005.
Cheli ha anche parlato a lungo del mercato televisivo e val la pena sottolineare che, a proposito della televisione satellitare , il presidente dell’Autorità ha descritto l’attività di vigilanza cui il Garante è tenuto. Nessun accenno alle attuali vertenze contro SKY Italia promosse dai costruttori o ai problemi segnalati dai consumatori per quello che qualcuno definisce la blindatura del settore.
A Cheli a breve giro di posta hanno risposto i consumatori . Secondo Adiconsum , infatti, ancora “regna il monopolio” nel comparto telefonico visto il permanere della singolarissima posizione di Telecom Italia, fornitore dei propri concorrenti. Secondo Adiconsum il mercato dunque è tutt’altro che aperto, come invece ha sostenuto Cheli, che si è limitato a parlare di lacune , e questo vale soprattutto nella telefonia fissa.
Posizioni analoghe e ancora più dure sono quelle espresse dal Codacons . “Sul piano delle tariffe telefoniche – spiegano al Codacons – se da una parte sono rimaste contenute quelle da fisso a fisso, dall’altra sono aumentate costantemente quelle da fisso a mobile, aggravando la spesa telefonica degli utenti”. Secondo l’associazione, infatti, “le telefonate verso i cellulari costano oro e gli SMS sono cari come brillanti”. Non è un caso che per i prossimi giorni, vedi la seconda pagina di questo articolo, Intesa Consumatori abbia indetto uno sciopero dei cellulari .
Sulla stessa linea anche ADUC secondo cui Cheli ha “sorvolato” sulla questione chiave della “liberalizzazione dell’ultimo miglio della telefonia fissa” dove “la gestione di questo ultimo miglio” è ancora “affidata al principale attore del mercato che, in questo modo, decide ed amministra le sorti dei suoi stessi concorrenti”.
Ma ecco, di seguito, i dettagli sullo sciopero dei telefonini (vedi anche l’editoriale di Massimo Mantellini Cellulari, l’ora dello sciopero ).
Si sta diffondendo rapidamente in rete in queste ore il “verbo” dell’iniziativa indetta da Intesa Consumatori contro l’aumento delle tariffe fisso-mobile e soprattutto contro quelle di servizi essenziali come gli SMS.
Le associazioni che fanno parte di Intesa, ossia Codacons, Federconsumatori, Adusbef e Adoc, hanno indetto uno sciopero dalle 12 alle 14 del prossimo giovedì 15 luglio . Secondo Intesa, i 4 o 5 euro che ogni italiano spende mediamente per l’uso del telefonino sono solo per massimo 2 euro imputabili alle chiamate effettivamente portate a buon fine. Il rimanente, 2 o 3 euro, sarebbe costituito da arrotondamenti, tasse, scatti alla risposta e via dicendo.
Chi voglia partecipare allo sciopero può senz’altro seguire i suggerimenti di Marco Valerio Principato , consulente informatico e membro ISOC , che riproponiamo qui sotto:
Per disattivare tutti i trasferimenti in un sol colpo, digitare:
##002# e premere il tasto di invio selezione.
(tenere presente che eventuali messaggi di benvenuto personalizzati e i relativi codici di accesso non si perdono: alla riattivazione, tutto starà come prima).
I servizi, compresa la segreteria, si:
ATTIVANO con una sequenza del tipo ** CODICE # INVIO;
DISATTIVANO con una sequenza del tipo ## CODICE # INVIO;
INTERROGANO con una sequenza del tipo *# CODICE # INVIO:
ad eccezione dell’avviso di chiamata, che per attivazione e disattivazione vuole UN solo cancelletto e UN solo asterisco (* 43 #, # 43 #), mentre resta uguale per l’interrogazione.
Per riattivare le segreterie (chi la usa) su SPENTO/NON RAGG. (ricordo che il “+” si ottiene in genere tenendo premuto lo zero o altro tasto simboli; in alternativa si puo’ digitare 0039, il sistema in genere lo traduce):
(Tre): **62 *+39 390 prefisso proprionumero# INVIO;
(Vodafone): **62 *+39 prefisso 20 proprionumero# INVIO;
(TIM): **62 *+39 prefisso 0 proprionumero# INVIO;
(WIND): **62 *+39 32 prefisso proprionumero# INVIO;
su MANCATA RISPOSTA (dopo “NNsecondi” di squilli), impostabile da 5 a 30 secondi:
(Tre): **61* +39 390 prefisso proprionumero ** NNsecondi # INVIO;
(Vodafone): **61* +39 prefisso 20 proprionumero ** NNsecondi # INVIO;
(TIM): **61* +39 prefisso 0 proprionumero ** NNsecondi # INVIO;
(WIND): **61* +39 32 prefisso proprionumero ** NNsecondi # INVIO;
su OCCUPATO:
come su spento, utilizzando **67* invece di **62*;
INCONDIZIONATO (cioè sempre, anche a cellulare acceso e in rete):
come su spento, utilizzando **21* invece di **62*.
Chi dispone di un numero urbano sul quale ha la CERTEZZA ASSOLUTA che nessuno risponda (meglio se una linea diretta; evitare derivati da centralino che possono riservare sorprese), può aggirare anche il “Ti ha cercato”, trasferendo incondizionatamente tutte le chiamate su quel numero, digitando:
** 21 * NumeroUrbanoCompletodiPrefisso # INVIO.
Questo NON impedirà agli SMS/MMS trasmessi da altri di arrivare, ma impedirà il funzionamento del “Ti ha cercato” e non farà incassare nulla ai gestori in quanto la tassazione avviene solo a risposta avvenuta dal numero su cui si è trasferito; anche il nostro cellulare, se nessuno risponde su quell’urbana, non pagherà nulla per il trasferimento.