Tubi di cemento bianco affusolati, alti 40 metri e con un diametro di non più di 5, da produrre in varie forme, ad elica, a scalpello, per restituire al paesaggio, urbano e non, un tocco di gradevole architettura : queste le caratteristiche di fondo dei nuovi concept presentati da Ericsson per le stazioni base di domani, quelle che potrebbero rimpiazzare le antenne di telefonia mobile che oggi deturpano città e campagne.
La società svedese, uno dei maggiori fornitori di apparati di comunicazione e networking mobili, si è affidata all’architetto scandinavo Thomas Sandell – riporta JampBlog – per realizzare queste strutture dal sapore vagamente vulcaniano , capaci di contenere tutte le apparecchiature oggi in uso per la copertura dei servizi di telefonia mobile, donando loro, però, un look affatto diverso.
L’attenzione viene posta naturalmente anche sull’impatto ambientale. Oltre ad una forma accattivante, le nuove Ericsson Tower Tube sono pensate per poter essere “personalizzate” sulle necessità del luogo in cui vengono realizzate, ad esempio colorate. Con in più il fatto che, rispetto all’acciaio utilizzato tradizionalmente, le torri in cemento sono destinate a produrre in tutte le fasi il 30 per cento in meno di anidride carbonica.
Le strutture occupano inoltre meno spazio di quelle attuali, al contrario di queste ultime non devono essere protette da arrampicatori e vandali (sebbene gli impenitenti graffitari potrebbero trovare in esse nuovi stimoli) e consentono di abbattere i costi di controllo e manutenzione.
“Con questo nuovo approccio – ha dichiarato uno dei vicepresidenti Ericsson, Ulf Ewaldsson – non solo diamo vita ad un design attraente per questa specifica porzione di architettura sociale, ma abbiamo sviluppato un design che è anche molto migliore per l’ambiente e che costa meno”.
“L’aspetto delle stazioni base – ha anche sottolineato – in precedenza non era mai stata valutata con attenzione. Sono sempre state torri d’acciaio e un container circondati da staccionate chiuse a chiave”. In realtà, come noto, le lamentele per la bruttura rappresentata dalle stazioni base si sono moltiplicate negli anni. La speranza è che ora una soluzione sia in arrivo.