Telefono Arcobaleno, il report degli abusi

Telefono Arcobaleno, il report degli abusi

In crescita fenomeni criminosi legati a pedofilia e pedopornografia. Segnalati altri 54mila siti in tutta Europa. Il 35 per cento di questi avrebbe base nei Paesi Bassi. E i predatori sarebbero al passo con le tecnologie
In crescita fenomeni criminosi legati a pedofilia e pedopornografia. Segnalati altri 54mila siti in tutta Europa. Il 35 per cento di questi avrebbe base nei Paesi Bassi. E i predatori sarebbero al passo con le tecnologie

Si chiama Contrasto alla pedofilia online ed è un recente rapporto presentato dall’Osservatorio Internazionale di Telefono Arcobaleno, la onlus che studia e combatte gli abusi sull’infanzia. Uno studio partito dalla preoccupante crescita di quello che è stato definito “il mercato criminale più fiorente della new economy “.

“Nei primi nove mesi dell’anno 2011, Telefono Arcobaleno ha individuato e segnalato più di 54mila siti, arrivando a superare il totale dei siti segnalati nell’intero anno precedente”, si può leggere nel testo introduttivo del report. Secondo i dati presentati da Telefono Arcobaleno, il maggior afflusso in rete di contenuti pedopornografici partirebbe dall’Europa .

In particolare dai Paesi Bassi, che ospiterebbero più del 35 per cento del totale dei siti segnalati allo scorso settembre . Ancora dallo studio: “dall’analisi di un campione degli accessi ad uno dei numerosi siti illegali individuati dagli operatori di Telefono Arcobaleno emerge che circa il 30 per cento degli utenti fa uso di smartphone oppure adopera hardware e sistemi operativi di ultima generazione”.

“Queste prime informazioni ricavate dall’analisi dei file di log di un singolo sito evidenziano le potenzialità di tali tecniche e l’impulso che potrebbero dare alla ricerca criminologica e all’attività investigativa in materia di pedofilia – ha spiegato il presidente di Telefono Arcobaleno Giovanni Arena – Fondamentale è la collaborazione dei provider, che possiedono tutte le informazioni relative agli accessi ai siti”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
10 ott 2011
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