Roma – L’attivazione di servizi TLC non richiesti è da sempre oggetto di attenzione da parte di tutte le associazioni di consumatori. Ma oltre agli episodi già noti e subiti da moltissimi utenti, in queste settimane ne emergono di altrettanto preoccupanti, come quello riportato dal Codici
Un utente, infatti, ha denunciato di essere stata contattata da un operatore, qualificatosi come Telecom Italia , che le ha proposto, con successo, di cambiare piano tariffario. Trascorse alcune settimane, però, la stessa Telecom le inviava una comunicazione di servizio informandola che dal 15 febbraio – la data della telefonata in cui era stato concordata la variazione contrattuale – sulla sua linea era attiva una nuova utenza, con un altro gestore.
“Questa storia ha dell’incredibile – commenta Ivano Giacomelli, segretario nazionale Codici – un operatore di una società che si finge impiegato per un’altra è un modo subdolo e illecito di acquistare nuovi clienti, soprattutto quando gli utenti che vengono contattati vivono soli o hanno poca dimestichezza con gli inganni”. L’associazione si è attivata, inviando un esposto alla Polizia postale per chiedere di indagare sull’accaduto, ed informando della vicenda l’altro gestore coinvolto, per avere spiegazioni.
“Di questo genere di casi ne abbiamo visti diversi – aggiunge Carmine Laurenzano, responsabile ufficio legale CODICI – soprattutto è sempre più in voga la strategia di convincere gli utenti a stipulare un accordo telefonico attraverso una registrazione vocale effettuata in maniera poco chiara e trasparente. In molti (e chissà quanti!), all’arrivo della bolletta suppletiva non fanno nulla, forse perché anziani o perché poco esperti; altri, però, denunciando l’accaduto, possono attraverso una semplice comunicazione scritta obbligare la società a non mandare più le bollette. Il Codice del Consumo, difatti, prevede che un contratto sia valido solo quando firmato in forma cartacea ed accettato in tutte le sue componenti. Diversamente, risulterà nullo in qualsiasi sede”.
D.B.