Nonostante le richieste degli utenti, Telegram aveva deciso di non chiudere i canali che pubblicano informazioni sulla guerra in Ucraina. Il CEO Pavel Durov ha tuttavia consigliato di verificare l’autenticità delle fonti. In seguito alle pressioni ricevute dall’Unione europea, l’azienda ha ora bloccato tutti i canali di RT, uno dei media vicini al governo russo.
Niente propaganda russa su Telegram
Il Cremlino accusa le Big Tech occidentali di diffondere notizie false e di violare la legge russa che impedisce restrizioni al diritto dei cittadini di essere informati (per questo motivo è stato bloccato l’accesso a Facebook e Twitter). Allo stesso tempo sfrutta i media di stato per la sua propaganda di regime. L’Unione europea ha pertanto chiesto il ban di RT e Sputnik, al quale hanno risposto positivamente Facebook, Instagram, Twitter, YouTube e TikTok.
RT ha quindi incrementato l’uso dei canali Telegram in diverse lingue (russo, inglese, tedesco, spagnolo e francese) per affermare che quella in Ucraina non è un’invasione, che i militari ucraini hanno commesso atrocità contro i cittadini del Donbass, che le sanzioni non avranno conseguenze per l’economia russa e altre fake news assortite.
La Commissione europea ha invitato Telegram al rispetto delle sanzioni, in quanto il servizio viene usato come mezzo per la propaganda di guerra. L’azienda ha quindi bloccato l’accesso ai canali di RT e altri media di stato. Un portavoce ha dichiarato che il ban si applica solo agli utenti con numero di telefono europeo, ma presto verrà esteso a tutti i numeri di telefono degli utenti che risiedono in Europa.
Poche ore prima, il Roskomnadzor aveva chiesto a Telegram di rimuovere canali e bot che diffondono notizie false sul numero di militari russi morti e catturati. Telegram viene utilizzato anche dagli hacker per coordinare gli attacchi informatici contro la Russia.