Telegram: Corea del Sud l'accusa di favorire i deepfake

Telegram: Corea del Sud l'accusa di favorire i deepfake

Un altro duro colpo per Pavel Durov. Ora anche la Corea del Sud ha avviato un'indagine su Telegram, accusata di favorire deepfake illegali.
Telegram: Corea del Sud l'accusa di favorire i deepfake
Un altro duro colpo per Pavel Durov. Ora anche la Corea del Sud ha avviato un'indagine su Telegram, accusata di favorire deepfake illegali.

Il CEO di Telegram, Pavel Durov, si trova attualmente in Francia, dove è stato arrestato e accusato di crimini commessi da terzi utilizzando la sua app. Ma la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente, per la serie: le disgrazie non vengono mai da sole.

La polizia della Corea del Sud, infatti, ha annunciato di aver aperto un’indagine su Telegram, accusando la piattaforma di aver favorito la diffusione di deefake pornografici con immagini di minori.

L’indagine su Telegram in Corea del Sud

Questi contenuti, noti come “deepfake porn“, sono montaggi pornografici, spesso generati dall’intelligenza artificiale, in cui i volti delle persone vengono inseriti all’interno di foto o video hard.

Come ha dichiarato Woo Jong-soo, capo dell’Ufficio investigativo della polizia nazionale sudcoreana al Korea Times: “In passato Telegram non ha fornito le informazioni richieste dalla polizia relativamente agli account di alcuni utenti nel corso di indagini su crimini commessi attraverso la piattaforma. Alla luce di tali precedenti e considerata la gravità di questi crimini, la scorsa settimana l’agenzia di polizia nazionale di Seoul ha avviato un’indagine preliminare nei confronti di Telegram con l’accusa di aver favorito tali atti illegali non collaborando con le autorità“, ha poi aggiunto.

Le autorità sudcoreane contestano quindi a Telegram di non aver fornito in passato informazioni utili su alcuni utenti nel corso di indagini, agevolando indirettamente il perpetrarsi di crimini tramite la piattaforma.

Allarme deepfake in Corea

Sembra che la notizia dell’arresto di Durov abbia spinto le persone in Corea del Sud a denunciare i crimini. La polizia, infatti, ha dichiarato di aver ricevuto 88 segnalazioni nell’ultima settimana e ha identificato 24 sospetti. I creatori di questi contenuti illegali spesso prendono le foto delle loro vittime dai social network. Secondo la polizia, la maggior parte delle persone coinvolte sono ragazze, il 60% delle quali minorenni.

La criminalità online è molto diffusa in Corea del Sud, secondo gli attivisti, che citano in particolare l’uso di telecamere spia e la pubblicazione di “revenge porn” (contenuti pornografici privati condivisi senza consenso per vendicarsi).

Alla fine di agosto, il media sudcoreano Hankyoreh ha affermato che alcuni studenti universitari gestivano un gruppo di discussione su Telegram in cui circolavano deepfake pornografici di loro compagne di classe, un caso che ha suscitato la rabbia popolare.

Collaborazione della polizia della Corea del Sud con le autorità francesi

L’indagine avviata dalla polizia di Seoul segue l’arresto di Pavel Durov avvenuto in Francia il 28 agosto. Dopo quattro giorni di indagini, il franco-russo è stato rilasciato, ma è soggetto a una stretta sorveglianza giudiziaria, compreso il divieto di lasciare il territorio francese.

La polizia sudcoreana si è impegnata a collaborare con “vari organi investigativi, compresa la Francia“, ha dichiarato Woo Jong-soo.

Cosa succederà a Telegram?

Sembra che l’errore principale di Durov sia stato quello di gestire una piattaforma di messaggistica senza moderazione dei contenuti. Al momento non è chiaro come si evolverà la situazione, ma è molto improbabile che Telegram continui a operare come ha fatto finora.

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Pubblicato il
2 set 2024
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