L’impegno di Telegram per la tutela della privacy dei suoi iscritti è noto. Il team al lavoro sull’app è però stato costretto a pubblicare nomi e numeri degli utenti che hanno commesso un reato: la distribuzione non autorizzata di contenuti protetti da copyright. È la prima volta che accade con queste modalità, ma potrebbe non essere l’ultima.
India: nomi e numeri degli utenti divulgati da Telegram
In India, dove il servizio conta circa 150 milioni di utenti, una insegnante ha denunciato la società che controlla l’applicazione dopo aver saputo che materiali di studio da lei prodotti sono stati messi in vendita a prezzo scontato e in modo illecito attraverso alcuni canali. Un po’ come avviene talvolta da noi con quotidiani e riviste. Il giudice le ha riconosciuto la ragione e obbligato la società a divulgare le informazioni relative ai loro amministratori.
A nulla sono valsi i tentativi di opporsi. La corte di Nuova Delhi ha confermato la decisione. È stato ritenuto ininfluente il fatto che la piattaforma abbia sede legale e infrastruttura localizzate a Singapore. Lì, la legge non prevede infatti questo tipo di condanne.
Rimane dunque ora un nodo da sciogliere: da dove arrivano i dati divulgati? A tal proposito, ecco la dichiarazione affidata da Remi Vaughn, portavoce di Telegram, alla redazione del sito TechCrunch, che di fatto non conferma la divulgazione delle informazioni. Un aspetto che andrà ulteriormente chiarito.
Telegram immagazzina un quantitativo di dati molto contenuto, in alcuni casi nessuno, a proposito dei suoi utenti. Nella maggior parte delle occasioni, nemmeno noi abbiamo modo di accedere alle informazioni di un utente senza uno specifico entry point e credo sia quanto accaduto qui. Di conseguenza, non possiamo confermare che siano stati condivisi dati privati.
Aggiornamento: proprio oggi, la Polizia ha reso nota l’operazione Blocco Est Europa che ha interessato l’omonimo gruppo Telegram, portando al fermo di tre giovani in Italia. Tutti i dettagli nell’articolo dedicato.