Telegram, Russia può de-anonimizzare utenti? Attenzione

Telegram, Russia può de-anonimizzare utenti? Attenzione

Secondo nuovi report, una società legata al Cremlino sarebbe in grado di de-anonimizzare gli utenti Telegram: ecco come può farlo.
Telegram, Russia può de-anonimizzare utenti? Attenzione
Secondo nuovi report, una società legata al Cremlino sarebbe in grado di de-anonimizzare gli utenti Telegram: ecco come può farlo.

Telegram è da tempo l’alternativa preferita a WhatsApp per varie ragioni, complice l’introduzione anticipata di feature molto utili come il risparmio energetico. Recentemente, però, dalla Russia si fa udire un allarme piuttosto particolare, in quanto una società legata al Cremlino potrebbe scoprire le identità degli utenti anonimi su Telegram grazie a strumenti di terze parti.

La Russia può de-anonimizzare gli utenti Telegram?

Stando a un report pubblicato dai media russi Bell e Medusa, ripresi poi da Bleeping Computer, la società statale Rostec (attiva nel settore della difesa, e comprende 800 imprese) sfrutterebbe uno strumento chiamato “Okhotnik” per smascherare utenti anonimi su Telegram. Traducibile in “cacciatore”, questo tool aiuterebbe l’organizzazione nel suo compito di monitorare la circolazione delle informazioni all’interno del Paese, specialmente sulla piattaforma di messaggistica di Pavel Durov.

Telegram

Tra i fattori che influirebbero nella “caccia all’uomo” ci sarebbero messaggi e post pubblicati non solo su Telegram, ma anche su altri social network, bloc, forum e in portali darknet, contenenti nomi, soprannomi, e-mail, domini, wallet crypto, indirizzi IP e altri dettagli sensibili. In tutto si parla di circa 700 punti dati, sfruttati per creare associazioni e correlazioni utili alla scoperta di utenti anonimi.

Stando a quanto riferito dai due portali russi, Hunter sarebbe legale e potrebbe raggiungere tutti i dipartimenti del Ministero degli affari interni russo e le unità operative e tecniche del servizio di sicurezza federale (FSB) del paese entro il 2023.

Telegram ha però ribadito che non consente alcun mezzo per identificare individui tramite app o API, rilasciando un commento sulla vicenda a Bleeping Computer:

“Telegram non consente alcun mezzo per identificare gli amministratori dei canali tramite le app o tramite l’API. I canali sono stati progettati con questo in mente per facilitare i movimenti a favore della democrazia nei paesi autoritari e le proteste in tutto il mondo. Un modo comune per gli amministratori del canale di de-anonimizzare se stessi è accettare pagamenti per contenuti promozionali che potrebbero essere rintracciati. Un altro modo in cui gli utenti possono invalidare le protezioni offerte da Telegram è concedendo l’accesso ai propri canali a bot di terze parti (ad es. per statistiche o partecipazione a reti pubblicitarie esterne) o utilizzando app Telegram di terze parti le cui politiche sulla privacy potrebbero differire dalle nostre. Per questo motivo, consigliamo di utilizzare solo app Telegram ufficiali e bot Telegram ufficiali.”

L’utilizzo del “Cacciatore” per ora risulta estremamente limitato e riguarderebbe esclusivamente le attività entro i confini russi; perciò, l’allarme non risuona anche nel Belpaese.

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Pubblicato il
27 mar 2023
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