L’uso di Telegram come fonte di informazioni è aumentato notevolmente dopo l’invasione dell’Ucraina (Pavel Durov consiglia di verificare ciò che viene pubblicato). Il servizio di messaggistica è diventato molto popolare anche tra gli hacker che prendono parte alla cyberwar contro la Russia, ma anche tra i cybercriminali che vogliono sfruttare l’occasione per ingannare gli utenti.
Telegram usato da hacker e cybercriminali
In base ai dati rilevati da Check Point Research, il numero di gruppi aperti su Telegram dal 24 febbraio è aumentato di oltre sei volte. La crescita esponenziale riguarda soprattutto tre categorie di gruppi. Quelli con il maggior numero di membri sono stati creati da hacker e attivisti che coordinano gli attacchi informatici contro bersagli russi. In questi gruppi vengono indicati i target (siti web o singole persone) e condivisi i risultati.
Il più noto è ovviamente IT Army of Ukraine, nato in seguito all’appello del governo ucraino, con quasi 270.000 iscritti. La tipologia di attacchi più utilizzata è DDoS (Distribuited Denial of Service).
Sia il governo ucraino che le varie organizzazioni umanitarie hanno avviato raccolte fondi per sostenere cittadini e militari. Check Point ha rilevato la nascita di molti gruppi Telegram per chiedere donazioni (quasi sempre in criptovalute), ma in molti casi si tratta di truffe.
Nell’ultima settimana sono infine apparsi numerosi gruppi che condividono notizie in tempo reale sulla guerra. I contenuti (messaggi, foto, audio e video) non sono filtrati, come avviene nei media tradizionali, ma allo stesso tempo non sono verificati. È molto difficile quindi distinguere le informazioni autentiche dalle fake news.
Check Point consiglia di non cliccare sui link sospetti o rispondere a messaggi che arrivano da sconosciuti. Per le donazioni è meglio utilizzare i siti ufficiali delle organizzazioni più note, come UNHCR e Croce Rossa.