A più di 11 anni dal lancio, Telegram è ora un servizio profittevole. L’annuncio è giunto direttamente da Pavel Durov, con un post su X in cui il CEO e fondatore della piattaforma ha fornito qualche dato utile per comprendere la portata del business gestito e la crescita registrata nel corso degli ultimi 12 mesi.
Svolta per Telegram: ora è profittevole
Oggi, sono oltre 12 milioni gli utenti che hanno deciso di mettere mano al portafoglio e di attivare un abbonamento Premium per l’accesso alle funzionalità esclusive proposte. La sottoscrizione è offerta in Italia al prezzo mensile di 4,49 euro (oppure con formula annuale in sconto).
Quest’anno, il numero degli abbonati a Telegram Premium è triplicato, superando i 12 milioni.
Pavel Durov fa riferimento anche alla salute del business legato alle inserzioni pubblicitarie.
Anche i nostri introiti dall’advertising sono aumentati. Le entrate totali di Telegram nel 2024 hanno superato un miliardo di dollari e stiamo concludendo l’anno con oltre 500 milioni di dollari di riserve, senza considerare gli asset cripto.
Quello che il CEO elogia è il modello di business nella sua interezza, con una frecciatina alle altre piattaforme.
Le nostre innovazioni di quest’anno per la monetizzazione (Stelle, Regali, Omaggi, Business e Gateway) dimostrano che le piattaforme social media possono raggiungere la sostenibilità finanziaria pur rimanendo indipendente e rispettando i diritti degli utenti.
Se il 2024 che sta per concludersi può dunque essere considerato positivo per Telegram e per la sua sostenibilità finanziaria, non è stato privo di difficoltà per il suo numero uno. Ricordiamo infatti l’arresto di Pavel Durov risalente a fine agosto, a cui sono state rivolte gravi accuse.
Solo pochi giorni fa, abbiamo riportato la notizia relativa alla rimozione di oltre 15 milioni di gruppi e canali. Più precisamente, sono 15,99 milioni dall’inizio dell’anno, come riporta il sito ufficiale. Di certo, quanto accaduto al CEO e le pressioni ricevute hanno spinto il servizio a intensificare l’attività di moderazione.