In attesa di conoscere le sorti di Pavel Durov arriva un’altra cattiva notizia per la sua azienda. Telegram non può essere più utilizzato sui dispositivi di funzionari governativi, militari e lavoratori critici in Ucraina. Secondo il National Coordination Centre for Cybersecurity (NCCC), il servizio viene sfruttato come tool di spionaggio dalla Russia.
I russi intercettano le comunicazioni
L’annuncio è arrivato da Oleksandr Lytvynenko, Segretario del National Security and Defence Council, durante un meeting della scorsa settimana. All’inizio del mese, Kyrylo Budanov (capo dell’intelligence militare) aveva dichiarato che Telegram è pericoloso e rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale (in pratica come TikTok negli Stati Uniti).
Durante l’incontro, Budanov ha fornito prove evidenti che i servizi di intelligence russi possono accedere ai dati personali degli utenti e ai messaggi, inclusi quelli cancellati. Il National Coordination Centre for Cybersecurity ha quindi vietato l’uso di Telegram sui dispositivi di funzionari governativi, militari e personale che lavora nelle infrastrutture critiche.
La Russia sfrutterebbe il popolare servizio di messaggistica (viene usato dal 75% degli ucraini) per attività di spionaggio, phishing e distribuzione di malware. Il ban riguarda solo i dispositivi di lavoro, non quelli personali, né quelli dei comuni cittadini.
Telegram ha dichiarato che non sono mai stati svelati i dati degli utenti e il contenuto dei messaggi. I messaggi cancellati sono cancellati per sempre e non possono essere recuperati. Quasi certamente l’accesso ai messaggi è dovuto ad un malware, non al funzionamento del servizio.