L’International Energy Agency (IEA) ritiene che un primo importante passo per abbassare la dipendenza del mondo dal petrolio, cosa che in questo momento specifico ha una importanza particolare in virtù di quanto sta accadendo in Ucraina, sia nel risparmio. Il sillogismo è di per sé semplice: non ci si emancipa dal petrolio se non si dimostra di saperne fare, almeno in parte, a meno. Ben più complesso è capire come tutto ciò possa essere realizzato.
La IEA ha messo sul piatto la propria proposta concreta: 10 punti, 10 consigli, 10 proposte, 10 idee. Dieci passi per iniziare un percorso che può valere fino a 2,7 milioni di barili, ossia quanto consuma l’intero parco auto cinese quotidianamente. Così facendo il mondo intero andrà a liberarsi dal giogo dei combustibili fossili, ma i consigli hanno valore particolare soprattutto per un’Europa che per respirare libertà ed autonomia ha bisogno di ridurre la portata degli oleodotti invece di vederne costruiti di nuovi.
Lo smart working può aiutare? Sicuramente. La scelta del modo con cui ci si sposta? Altrettanto. I modelli urbanistici e l’organizzazione del lavoro? Fortemente. Bisogna ripensare al lavoro e alla mobilità, ai mezzi di trasporto ed alla logistica. Bisogna riscrivere i paletti attorno a cui abbiamo incentrato fin qui lo sfruttamento dello spazio e del tempo. Non è difficile, ma proprio per questo non sarà facile.
10 consigli per tagliare il petrolio
Sono molti i modi per tagliare il petrolio ed in questo politiche economiche e geopolitica potranno dire molto negli anni a venire. Alcuni elementi possono però essere affrontati fin da subito, sia negli atteggiamenti quotidiani di ognuno di noi, sia con semplici interventi sulle attività sociali di ogni giorno. Avere piena consapevolezza su questi elementi, ricadenti ognuno su diverse modalità di consumo, significa essere parte integrante di un cambiamento dettato non più soltanto da una sensibilità ecologica, ma da logiche sociali, belliche, economiche e finanziarie.
Tagliare il petrolio, insomma, conviene. Ecco cosa si può fare:
- ridurre la velocità stradale di almeno 10Km/h
- lavorare da casa almeno 3 giorni a settimana (laddove possibile)
- domeniche ecologiche nelle città
- ridurre i costi dei trasporti pubblici e incentivare micromobilità e uso delle biciclette
- spostamenti a targhe alterne nelle città
- incentivo all’uso del car sharing
- promuovere l’uso efficiente dei mezzi di trasporto merci
- preferire i treni notturni e l’alta velocità ferrata al posto degli aerei
- evitare i viaggi di lavoro quando ci sono alternative (videoconferenze)
- adottare veicoli elettrici o comunque veicoli di maggior efficienza
Viaggiare di meno, viaggiare meglio. Liberare le strade, sfruttare le nuove tecnologie, investire su nuovi modelli di mobilità. Ad ognuno è richiesto un atteggiamento più consapevole, ma anche ai legislatori è richiesta una visione più chiara sul futuro. L’impatto è immediato, l’effetto è assicurato: se si pensa a ciò che questo può significare nell’ottica degli eventi bellici di queste ore, nessuno può dirsi tagliato fuori da una piena responsabilità personale nelle scelte e negli atteggiamenti.
Per cambiare il mondo in meglio può bastare molto poco. Eppure non sarà assolutamente semplice.