Lavorare costa e gli aumenti di questo periodo hanno portato questo costo a lievitare in modo importante. Trattasi inoltre in molti casi di costi che ricadono direttamente sul lavoratore e che, per questo motivo, incidono non poco sulla capacità di spesa a fine mese. Se ci sarà un elemento che raffredderà l’inflazione nel medio periodo, sarà probabilmente proprio la stretta che l’inflazione stessa apporterà nel potenziale di acquisto degli italiani e tutto ciò a partire dalle spese “obbligate” quali gli alimenti, i beni di prima necessità e quei costi strettamente inerenti l’attività lavorativa.
Inflazione e lavoro
Secondo una analisi Selectra, ad esempio, il telelavoro graverà per oltre 200 euro al mese rispetto ad un anno fa per chi lavora da casa. Questo costo aggiuntivo rispetto ad un anno fa è così suddiviso:
- +57€ luce (+230%)
- +159€ gas (+220%)
Considerando come il tutto vada a gravare su una popolazione di lavoratori agili quasi triplicata rispetto a un anno fa, è chiaro come si tratti di un aumento pesante e moltiplicato per milioni di lavoratori. La stima considera i costi aggiuntivi che la presenza presso la propria abitazione comporta: i consumi di luce e gas sono infatti giocoforza legati alle ore lavorative passate entro le mura del proprio ufficio casalingo, dove soltanto abili azioni di ottimizzazione consentono di limitare l’impatto del telelavoro sui costi di fine mese: PC con consumi minori, monitor efficienti, impianti fotovoltaici in grado di sopperire alle maggiori esigenze diurne e altre accortezze possono calmierare questi sovraccarichi.
Non se la passa meglio il lavoratore che sta tornando in ufficio, comunque, per il quale il caro-benzina sta arrivando a pesare per aumenti oltre il 20% solo negli ultimi mesi. Non bisogna però confondere i due aspetti solo perché entrambi colpiti (come ogni altro settore) dall’improvvisa pressione inflattiva. Il telelavoro è infatti una dimensione relativamente nuova che deve trovare un suo equilibrio e che porterà a ragionamenti precisi anche in termini giuslavoristi e di politiche finanziarie: il costo del lavoro casalingo è un elemento importante che azienda, lavoratore e Stato dovranno considerare per arrivare a determinare il giusto inquadramento e le giuste politiche fiscali o di incentivo.
C’è una scadenza per tutto ciò: la fine dello stato di emergenza, previsto per il mese di marzo. I venti freddi che soffiano dall’Ucraina non faciliteranno questo passaggio e il caro bolletta peserà non solo sulle famiglie, ma anche direttamente sui costi del lavoro. Il telelavoro, insomma, rischia di essere meno conveniente di prima, ma questo costo aggiuntivo graverà direttamente sulle spalle del lavoratore.