Il Garante per la protezione dei dati personali prosegue nelle sue attività di contrasto al telemarketing selvaggio. Stavolta è stata riscontrata la raccolta illegale dei dati da parte di Tiscali e Comparafacile. Le due aziende hanno quindi ricevuto una sanzione di 100.000 e 40.000 euro, rispettivamente. All’inizio di giugno era stata inflitta una multa di 7,6 milioni di euro a TIM.
Multa per Tiscali
L’istruttoria nei confronti di Tiscali è stata avviata in seguito all’accertamento ispettivo effettuato il 3-5 maggio 2022. La società indicava sul sito web che i dati degli utenti venivano conservati “solo per il tempo necessario a fornire il servizio richiesto o per adempiere ad obblighi di legge“. Non è stato indicato nessun riferimento temporale per la conservazione dei dati, in particolare per le finalità di marketing e profilazione.
Tiscali ha inoltre effettuato attività di “soft spam“, inviando SMS ad oltre 160.000 clienti che non avevano manifestato il proprio consenso a ricevere comunicazioni promozionali. La normativa sulla privacy prevede l’invio di comunicazioni pubblicitarie, senza il consenso dell’interessato, solo via posta elettronica e a determinate condizioni.
Considerate l’informativa incompleta, l’errata interpretazione della legge e l’adozione di misure correttive, il Garante ha inflitto a Tiscali una sanzione di 100.000 euro e ordinato la cancellazione dei dati conservati oltre i limiti.
Multa per Comparafacile
L’istruttoria nei confronti di Comparafacile è stata invece avviata in seguito al reclamo di un cittadino che, nonostante l’iscrizione al Registro Pubblico delle Opposizioni, continuava a ricevere telefonate promozionali anche dopo la richiesta di cancellazione dei dati. L’azienda aveva acquistato le anagrafiche da una società moldava.
Comparafacile ha effettuato chiamate promozionali senza verificare il consenso degli interessati e senza fornire un’informativa. Quest’ultima era pubblicata su una pagina del sito web, il cui URL è stato inviato via SMS. In pratica, l’azienda ha obbligato l’utente a manifestare interesse verso i suoi servizi per avere accesso all’informativa.
La società ha quindi commesso una serie di violazioni del GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati). Il Garante ha inflitto a Comparafacile una sanzione di 40.000 euro e ordinato la cancellazione dei dati ottenuti senza consenso.