Trascorsi due anni dal lancio, Temu è pronta a evolvere il proprio modello di business. Lo farà con un duplice obiettivo: sostenere l’espansione registrata nell’ultimo periodo in territori come l’Europa o gli Stati Uniti e far fronte ad alcuni cambiamenti legislativi che rischiano di frenarne la crescita.
L’evoluzione di Temu, spedizioni dall’Europa
Stando a quanto riportato dal Financial Times, l’e-commerce avrebbe preso contatti con venditori già attivi su Amazon che gestiscono magazzini in occidente, chiedendo loro di occuparsi direttamente della logistica ovvero della spedizione dei prodotti.
Così facendo, Temu potrebbe garantire tempistiche più brevi per le consegne, delegando a terzi la movimentazione delle merci, operazione di cui fino a oggi si è fatta carico direttamente. Passerebbe dunque da un modello definito fully managed a uno di tipo semi-managed.
Come si può facilmente immaginare, la prospettiva non ha incontrato l’entusiasmo di tutti i venditori. Alcuni lamentano di non poter far fronte alle spese necessarie per la gestione di questo nuovo compito. Altri, invece, che la forte concorrenza sulla piattaforma ha portato a una riduzione consistente dei margini di guadagno e che, di fatto, il gioco non valga più la candela.
Sembrerebbero non bastare nemmeno gli incentivi che Temu sarebbe pronta a riconoscere per ogni ordine spedito dai centri di stoccaggio presenti in Europa e negli Stati Uniti.
Dopotutto, il segreto della repentina crescita fatta registrare in un solo biennio di attività è da ricercare proprio nella formula proposta in un primo momento. L’e-commerce si è presentato inizialmente come la piattaforma perfetta per liberarsi dei prodotti invenduti altrove, facendosi carico di ogni attività logistica, raccogliendo gli articoli nei propri magazzini da dove poi partono verso le case dei clienti.
La questione dazi e la concorrenza di Amazon
Temu è controllata dal gruppo cinese PDD Holdings, un colosso valutato 177 miliardi di dollari. È nota oggi in gran parte del mondo, Europa compresa, grazie anche a una strategia di marketing aggressiva, scandita dallo slogan Fai shopping come un miliardario
.
Presto potrebbe dover fare i conti con l’aumento dei dazi doganali in fase di studio presso la Commissione europea. Ricordiamo che Bruxelles ha già indicato la piattaforma come una VLOP, insieme a SHEIN. Gestire le spedizioni dal vecchio continente permetterebbe di evitarlo.
In modo quasi paradossale, Amazon sembra aver messo in campo un’iniziativa opposta. La società statunitense sta pensando all’apertura di una sezione dedicata alla vendita di articoli cinesi economici spediti direttamente dai venditori asiatici.