Nella giornata di ieri, martedì 6 luglio, numerosi utenti iscritti alle università cinesi e appartenenti alla comunità LGBT hanno visto improvvisamente scomparire nel nulla i loro account WeChat, così come i contenuti associati. Una cancellazione di massa, decisa da Tencent che controlla la piattaforma.
La community LGBT cinese contro Tencent per WeChat
Ogni tentativo di ottenere una spiegazione dal gruppo su quanto accaduto ha come esito la stessa dichiarazione, con un riferimento a non meglio precisate violazioni delle norme sulla gestione degli account che offrono un servizio pubblico di informazione attraverso la rete cinese
. È fuori luogo parlare di censura?
Di recente il Cyberspace Administration of China, l’agenzia governativa cui spetta il compito di vigilare su quanto riguarda Internet nel paese, ha dichiarato la volontà di ripulire il mondo online da contenuti presenti in particolar modo sui social network e che potrebbero avere una “cattiva influenza” sui minori.
Disponibile fin dal 2011, WeChat è l’applicazione per la messaggistica più diffusa in Cina con oltre 1,2 miliardi di utenti a livello globale, gran parte dei quali concentrati proprio nel paese. Nel novembre 2016, The Citizen Lab ha pubblicato un report in cui sono descritti i metodi impiegati per limitare la circolazione di alcune tipologie di contenuti, basati in particolare sul filtraggio di specifiche parole chiave.
Il servizio è stato colpito nell’autunno scorso dal ban degli Stati Uniti, fortemente voluto dall’amministrazione Trump nei confronti di alcune società tecnologiche cinesi. La restrizione è stata revocata in seguito all’insediamento di Biden alla Casa Bianca.