Novak Djokovic entra a gamba tesa sui giudici di linea, figura da sempre parte integrante del mondo del tennis che ora secondo il campione serbo dovrebbe essere definitivamente pensionata: al loro posto potrebbe essere implementata la tecnologia.
Djokovic contro i giudici di linea: meglio la tecnologia
33 anni, attualmente impegnato agli Open di Francia, Nole chiede che il sistema Hawk-Eye già collaudato possa trovare più ampia diffusione anche alla luce delle sperimentazioni già condotte con successo.
Con tutto il mio rispetto per la tradizione e la cultura che abbiamo in questo sport, quando si tratta di persone presenti sul campo durante una partita, inclusi i giudici di linea, davvero non vedo ragioni perché in ogni singolo torneo al mondo, in questa era tecnologicamente avanzata, non possiamo fare come nei tornei di Cincinnati e New York.
La direzione è segnata, secondo Djokovic. Questione di tempo e la figura dei giudici di linea non resterà che un ricordo ancorato alla tradizione di questo sport.
La tecnologia è ora tanto avanzata che assolutamente non ci sono ragioni per tenere i giudici di linea in campo. Questa è la mia opinione. Di certo capisco sia una tecnologia costosa, il che rappresenta un problema economico e un punto interrogativo. Credo però ci si stia tutti muovendo in una direzione che, prima o poi, eliminerà ogni ragione per mantenere i giudici di linea.
Discorso diverso per i raccattapalle, almeno per il momento.
Sì, i raccattapalle servono ovviamente, ma i giudici di linea… Non ne vedo più il motivo, per essere onesto. Avrei anche probabilmente avuto meno probabilità di fare quanto accaduto a New York.
Il riferimento è quanto accaduto poche settimane fa quando il numero uno del ranking mondiale si è visto squalificare dagli US Open dopo aver colpito un giudice di linea scagliando una pallina al termine di uno scambio. Nel torneo la loro presenza era prevista solo per i match principali.
Non tutti condividono la visione di Djokovic. È il caso di Garbiñe Muguruza, spagnola detentrice dell’Open di Francia 2016 e di Wimbledon 2017. Queste le sue parole.
Si può avere la tecnologia Hawk-Eye anche sulla terra battuta. Questo risolverebbe tutto, ma penso sia una tradizione e personalmente mi sento tradizionalista. Mi fa piacere avere intorno giudici di linea e di sedia. Semplicemente mi piacciono le cose vecchio stile. Si può implementare il Hawk-Eye e modernizzare, ma apprezzo non ci sia una macchina in campo. Saremmo ancora più soli là fuori. Ci sarebbe solo un altoparlante a urlare se è dentro o fuori.