Due anni di carcere e 5000 yuan di multa per un cracker cinese. Questo il verdetto del giudice che ha condannato il 23 enne Yang Litao, reo di truffa ai danni di un sito della Croce Rossa cinese pubblicato online allo scopo di raccogliere fondi per aiutare le vittime del terremoto avvenuto nel maggio scorso nella provincia del Sichuan. Fortunatamente il tentativo di frode non è valso al truffatore neanche un centesimo.
Il giovane, dipendente di una società informatica ed originario di Shenzen, provincia di Jiangsu si è reso colpevole di aver rubato identità e password del sysadmin del sito della Fondazione Croce Rossa di Kunshan, con il quale venivano raccolti fondi destinati alle vittime e agli sfollati del disastroso terremoto. Dopo aver acquisito i dati d’accesso, il giovane ha provveduto quindi a cambiare le coordinate bancarie del conto corrente su cui i fondi venivano depositati, sostituendole con quelle relative ad un altro conto corrente, aperto da Litao sotto falso nome. Inoltre il cracker ha rilasciato sul portale un virus che ne ha causato lo shutdown per almeno 27 ore proprio durante le fasi cruciali delle operazioni di soccorso.
Tempestiva l’azione della polizia cinese, già sulle tracce di Litao per via di altre incursioni informatiche, che ha di fatto spento con un paio di manette i suoi sogni di gloria: sino al momento dell’arresto il cracking del sito non ha procurato alcun guadagno allo sventurato, accusato di frode ed in seguito condannato dal giudice a trascorrere due anni in carcere e a pagare una multa pari a circa 625 euro. Una cifra simbolica per un’azione fraudolenta costruita per di più su una catastrofe costata parecchie vite umane.
Va da sé che non tutte le irruzioni sui siti web hanno come obiettivo quello di arrecare danni o sottrarre denaro: spesso – come nel caso del cracker indiano Theli , intervistato da Punto Informatico tempo fa – l’atto in sé costituisce un mezzo di denuncia, un canale attraverso cui far passare un messaggio, che di sovente ha natura politica .
Vincenzo Gentile