Mentre in Turchia continua la ricerca dei superstiti, diversi sciacalli digitali hanno subito approfittato della situazione per truffare chi vuole aiutare i cittadini attraverso le donazioni. Sono spuntati su Twitter vari account fasulli che invitano gli utenti a visitare siti per la raccolta fondi. I cybercriminali sfruttano il servizio offerto da PayPal. Intanto, il governo turco ha ripristinato l’accesso al social network.
Truffe con Twitter e PayPal
Uno degli account fake scoperti da Bleeping Computer era “Turkey Earthquake Relief“. Il truffatore pubblicava notizie sul terremoto provenienti da media attendibili e fonti governative per guadagnare credibilità. Fortunatamente è stato chiuso da Twitter, ma la pagina per la raccolta fondi (il link era stato aggiunto alla biografia) su PayPal è ancora online. Al momento sono state fatte tre donazioni per un totale di 900 dollari.
Negli ultimi giorni sono apparse diverse pagine di raccolta fondi per aiutare le vittime del terremoto. Ma si tratta sicuramente di truffe, in quanto PayPal non opera più in Turchia dal 2016. Quindi gli utenti di Twitter che affermano di essere nel paese dicono chiaramente il falso. Bleeping Computer ha segnalato le raccolte fondi. Questa è la risposta dell’azienda californiana:
PayPal è utilizzato da oltre 500.000 enti di beneficenza e organizzazioni senza scopo di lucro legittime in tutto il mondo. Mentre la stragrande maggioranza delle persone che utilizzano PayPal per accettare donazioni ha le migliori intenzioni, ci sono inevitabilmente alcuni che tentano di sfruttare la natura caritatevole e la generosità degli altri. I team di PayPal lavorano sempre diligentemente per controllare e bloccare gli account, in particolare a seguito di eventi come il terremoto in Turchia e in Siria. Incoraggiamo inoltre la community a segnalare all’azienda qualsiasi attività sospetta.
Rimanendo in Turchia, il governo ha ripristinato l’accesso a Twitter, dopo aver chiesto all’azienda californiana di rispettare gli obblighi sulla disinformazione. Il Presidente Erdogan aveva dichiarato che alcune persone pubblicano post provocatori, ovvero fake news sulla lentezza dei soccorsi. La Turchia aveva bloccato l’accesso ai social media anche dopo l’attentato di Istanbul, ma questo tipo di ban può essere aggirato con una VPN.