Il miglior modo per combattere i terroristi come quello che ha seminato il panico e ucciso quattro persone a Londra la scorsa settimana? Secondo quanto sostiene il Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito Amber Rudd, l’intelligence di Sua Maestà dovrebbe essere in grado di leggere all’interno dei messaggi cifrati di WhatsApp per meglio difendere i cittadini dalla minaccia degli attentati.
Rudd ha definito la crittografia end-to-end di WhatsApp “un luogo segreto” che agevola le comunicazioni dei terroristi , rifacendosi al fatto – già noto – che l’attentatore Khalid Masood avesse inviato un messaggio su una chat ospitata sulla popolare piattaforma di messaggistica prima di imboccare a folle velocità il ponte di Westminster e schiantarsi contro la sede del parlamento britannico.
Il ministro degli interni britannico vorrebbe tornare ai bei tempi delle intercettazioni telefoniche, quando bastava alzare la cornetta del telefono per ascoltare le chiamate dei soggetti sensibili – ovviamente nel pieno rispetto della “legalità” e dietro mandato del giudice, dice Rudd.
Per rincarare ulteriormente la dose e rendere più chiaro il concetto, l’Home Secretary ha scritto un editoriale sul Telegraph chiamando direttamente in causa i social network, gli intermediari della Rete e persino la piattaforma di blogging WordPress.com chiedendo loro assistenza nel contrasto al terrorismo impazzito post-Califfato .
Ritornano dunque a dominare le cronache le dichiarazioni che demonizzano le comunicazioni crittografiche end-to-end, in una nazione che sul fronte del tecnocontrollo sta dando in questi anni il peggio di sé incurante delle profezie di George Orwell e con il pieno appoggio dei politici degli altri paesi europei .
Facendo buon viso a cattivo gioco, WhatsApp ha risposto alle “proposte” di Rudd esprimendo solidarietà e “orrore” per l’attacco di Londra e sottolineando la cooperazione già in atto con le forze dell’ordine per le indagini. Gli attivisti di Open Rights Group hanno messo in guardia contro i rischi per la sicurezza di tutti derivanti dall’uso di backdoor, mentre i tabloid britannici hanno dipinto le proprie pagine con i più accesi toni sensazionalistici accusando Google di essere “amica” dei terroristi.
Alfonso Maruccia