Bruxelles – Economie integrate, frontiere aperte, Internet: è così che il terrorismo diventa globale. Franco Frattini, Commissario europeo responsabile per Giustizia, libertà e sicurezza, torna alla carica in un discorso segnalato da The Register , tenuto all’evento annuale della Security and Defence Agenda : il terrorismo e il crimine sono da combattere con strategie europee e globali, che si sappiano declinare anche online .
Il quadro tracciato da Frattini è quello di una società dominata dal rischio: solo con un atteggiamento cooperativo che sappia bilanciare il rispetto dei diritti del cittadino e il pugno duro nei confronti delle minacce, è possibile contrastare i pericoli che giungono – Frattini non si smentisce – anche dalla Rete.
“Internet supporta non solo gli affari e i cittadini, ma anche i terroristi e il crimine organizzato. Furti di identità, propaganda e abusi sui minori sono tutti aiutati da internet”, spiega il commissario. E se i terroristi cavalcano l’onda delle nuove tecnologie, “Noi dobbiamo essere un passo avanti. Dobbiamo essere più innovativi dei terroristi”.
Via libera, quindi, al pacchetto di proposte annunciato nel corso dell’estate, che sarà presentato ufficialmente a brevissimo.
Frattini torna a scagliarsi contro le istruzioni per l’uso delle bombe: non sono bastati gli interventi di ALCEI , né il rimprovero di Google , non è bastato il tagliente script di frattinizzazione , né il parere di Fiorello Cortiana , a quanto pare il Commissario pensa ancora che certi siti debbano essere vietati tout-court.
È in preventivo il “Piano di azione per aumentare la sicurezza degli esplosivi” che, oltre a comprendere cinquanta misure che andranno ad agire sui materiali per la costruzione degli ordigni, “terranno conto anche della realtà del mondo tecnologico di oggi”, facendo assurgere a reato la diffusione di informazioni riguardo all’assemblaggio di bombe , compresa la diffusione a mezzo siti web. Resta quindi il deterrente al quale Frattini aveva già accennato , ma nel discorso non si fa alcun riferimento alla questione della censura selettiva.
Non è tutto: il monitoraggio non sarà rivolto ai soli cittadini della Rete. Frattini torna a parlare dei discussi database da condividere su scala globale per fronteggiare le minacce che pendono sulla sicurezza globale, e fa accenno al trattato di Prum , che mira alla costituzione di archivi statali, condivisibili e confrontabili, che raccolgano e consentano di incrociare dati di ogni tipo, dalle targhe automobilistiche alle impronte digitali, profili genetici compresi.
È inoltre in preventivo un sistema analogo ai Passenger Name Record statunitensi per il tracciamento e il monitoraggio dei viaggiatori che valicano le frontiere: un sistema riguardo al quale l’Europa si era prima dimostrata contraria , per poi raggiungere un accordo , rendendosi disponibile a cedere alle autorità USA i dati dei suoi passeggeri, da utilizzare esclusivamente nel contesto di indagini anti-terrorismo.
Nessuna abdicazione ai diritti inalienabili dei cittadini, anzi. Semplicemente, spiega Frattini, è una questione di priorità: “Il diritto alla sicurezza è la condizione necessaria a godere di tutti gli altri diritti fondamentali”.
Gaia Bottà