Quanto costa infiltrarsi nella rete Tesla, esportarne proprietà intellettuali e quindi immaginare un’estorsione al gruppo per ricavarne denaro per fini di lucro? 500 mila dollari, anzi: 1 milione di dollari. Salvo incontrare le resistenze dell’onestà e dover ora fare i conti con la giustizia.
Tesla, 1 milione di euro per installare un malware
La storia è quella di Egor Igorevich Kriuchkov, 27enne russo volato fino al Nevada per cercare dipendenti Tesla che fossero disposti a cedere alle lusinghe del denaro. La proposta era allettante: 500 mila dollari per aiutare Kriuchkov ad infiltrarsi negli apparati informatici Tesla e ricavarne materiale che potesse consentire una successiva truffa attraverso una vera e propria estorsione. Di fronte alle iniziali resistenze del dipendente Tesla (il cui nome resta ignoto, probabilmente per difenderne l’identità), Kriuchkov non demorde e alza la posta: 1 milione di euro, così da affondare ogni perplessità.
Much appreciated. This was a serious attack.
— Elon Musk (@elonmusk) August 27, 2020
Ma ormai era tardi. Il dipendente aveva ormai svelato all’azienda il piano e gli inquirenti già stavano intercettando le comunicazioni in corso per riuscire a risalire sia al metodo utilizzato, sia all’origine della truffa. Le intercettazioni hanno raccolto ogni sfumatura del progetto in essere: il malware che sarebbe stato adoperato, le modalità di attacco, il DDoS iniziale, le modalità di pagamento ed ogni altro dettaglio.
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La sensazione è che l’operazione fosse tanto ambiziosa (e pericolosa) quanto sgangherata: il fatto stesso che Kriuchkov si sia personalmente esposto fino a farsi arrestare sul territorio degli Stati Uniti dimostra una certa ingenuità nell’azione che, sebbene sofisticata dal punto di vista tecnico, appare fragilissima dal punto di vista strategico.