Galeotto fu un pezzo pubblicato alla fine della scorsa settimana da John Broder: il reporter del New York Times lamentava di essere rimasto letteralmente “appiedato” per via della insufficiente autonomia della Tesla S che gli era stata affidata in prova. La berlina elettrica non aveva garantito quanto prometteva in fatto di durata della carica e percorrenza , nonostante i tentativi di ridurre al minimo i consumi anche abbassando al minimo il riscaldamento (e sulla costa est faceva freddo in quei giorni). Elon Musk, patron di Tesla, è andato su tutte le furie.
La prova imbastita da Broder prevedeva di andare da Washington a New York con una Tesla S rossa messa a disposizione dall’azienda. Un’occasione adatta anche a provare un nuovo dispositivo di ricarica a 480V della Tesla (Supercharger Station), che dovrebbe garantire in 30 minuti l’accumulo di abbastanza energia per 150 miglia di percorrenza (circa 240 chilometri) e la ricarica completa in 1 ora. Ma la situazione descritta è molto diversa: le prestazioni della vettura sarebbero state influenzate dalla bassa temperatura , con le batterie incapaci di reggere rispetto alle specifiche e fornendo un’esperienza deludente nel complesso.
Elon Musk, che di Tesla è fondatore e CEO, non ha preso molto bene la questione . Prima via Twitter e poi con un post sul blog aziendale ha provato a smontare l’articolo del NYT pubblicando tutti i log del computer di bordo della vettura : in sostanza, il reporter non avrebbe raccontato la verità su quanto accaduto (viene ad esempio citato un frangente in cui si parla del riscaldamento abitacolo abbassato di temperatura, che invece dai registri interni dell’auto risulta alzato), avrebbe ignorato i consigli dei tecnici Tesla su come gestire al meglio la vettura e addirittura “barato” girando in tondo in un parcheggio.
Broder non se l’è fatto dire due volte, e ha risposto quasi punto su punto alle accuse di Tesla. Di mezzo ci si è messo anche Peter Valdes-Dapena di CNNMoney che ha replicato, nel suo caso con successo e senza particolari difficoltà, l’itinerario del reporter del NYT . E ovviamente non mancano le disamine e analisi dei dati forniti dall’una e dall’altra parte, che tentano di capire chi abbia ragione tra il quotidiano di New York e l’azienda californiana.
Tesla non è nuova a battibecchi, anche in tribunale, con la stampa: nel 2011 aveva fatto causa alla BBC , dopo che durante la celebre trasmissione Top Gear la sua vettura precedente (la Tesla Roadster) aveva ricevuto una recensione poco lusinghiera. Anche in quel caso l’accusa di Tesla era stata di aver distorto la verità per descrivere negativamente le performance della vettura.
Luca Annunziata