Email e account Twitter sono al centro di una sorta di “spy story” che vede coinvolti Tesla Motors e Todd Katz, ex direttore finanziario di Quest Integrity (società che fornisce servizi alle compagnie petrolifere come la ExxonMobil, BP, Chevron e Shell). Lo scorso settembre Tesla Motors ha avviato una causa contro Katz, accusato di essersi spacciato per l’amministratore delegato Elon Musk utilizzando l’indirizzo email elontesla@yahoo.com , nel tentativo di ottenere dati sensibili dal suo omologo in Tesla, Jason Wheeler.
Secondo quanto affermato nell’azione legale, Katz inviò un’email a Wheeler dall’account fasullo il 3 agosto scorso, richiedendo informazioni dettagliate sui risultati finanziari di Tesla relativi al secondo trimestre, rilasciati lo stesso giorno. Wheeler non rispose e Tesla avviò subito un’indagine per scoprire chi si celasse dietro quel messaggio, mettendo sotto controllo l’indirizzo email di Katz e dei suoi sottoposti. In seguito, Katz diede le dimissioni dall’incarico. Elon Musk ha dichiarato via Twitter che egli
aveva un piano top secret per Tesla.
La scorsa settimana, Katz ha risposto all’azione legale di Tesla obiettando che la reazione della compagnia è stata esagerata e supponendo che Tesla si sia introdotta nel suo account Twitter per identificarlo. Nell’obiezione, Katz non dice se ha inviato o meno l’email, ma sottolinea “nessuno che avesse ricevuto questa email assurda e sgrammaticata avrebbe potuto credere che provenisse realmente da Elon Musk”. Non essendo credibile, quindi, non c’è stato nessun furto di identità né alcuna minaccia per Tesla. “Mi pare chiaro che l’email ricevuta da Wheeler il 3 agosto 2016 fosse uno scherzo, una comunicazione talmente scorretta dal punto di vista grammaticale da non poter essere attribuibile a Elon Musk”, si legge nella dichiarazione inviata da Katz alla Corte superiore di Santa Clara. L’amministratore delegato di Tesla è infatti conosciuto per il suo linguaggio sempre molto corretto nelle comunicazioni scritte. Anche l’uso di un indirizzo Yahoo avrebbe dovuto far pensare subito a un falso. Katz afferma che la causa legale di Tesla rappresenta perciò “un maldestro tentativo di intimidirlo e ridurlo al silenzio, per le sue critiche alla compagnia”.
Ecco il testo dell’email in originale: “why you so cautious w Q3/4 gm guidance on call? also what are your thoughts on disclosing M3 res#? Pros/cons from ir pov? what is your best guess as to where we actually come in on q3/4 deliverables. honest guess? no bs. thx 4 hard work prepping 4 today”em
Katz ha risposto alle accuse con un dossier contro Tesla, per avere violato il suo account Twitter, da lui utilizzato per criticare le pratiche di affari della compagnia. Nel dossier si legge che Tesla avrebbe commesso la violazione nell’ambito delle sue indagini, causando a Katz un danno “con la perdita di guadagni e di reputazione”.
Un portavoce di Tesla ha dichiarato in un comunicato che “il dirigente Todd Katz è perfettamente capace di mettersi in situazioni imbarazzanti da sé, senza l’aiuto di Tesla. Non conosciamo quale sia lo pseudonimo Twitter in questione appartenente al signor Katz. Ciò che ci preme scoprire è quali persone o organizzazioni abbiano collaborato con il signor Katz nel suo tentativo di carpire illegalmente informazioni a Tesla e chi o quali compagnie possano averlo pagato per fare questo. Interessa molto sia a noi sia a molta parte dell’opinione pubblica.”
Insomma, quella fra l’ex direttore finanziario della Quest Integrity e la Tesla ha tutta l’aria di essere una battaglia sul filo della credibilità giocata con le nuove armi dell’era digitale. Ma l’episodio potrebbe celare una verità ben più scottante: “Negli ultimi anni, le compagnie petrolifere hanno speso miliardi di dollari in azioni legali e campagne volte a bloccare il progresso delle vetture elettriche e delle altre soluzioni di energia sostenibile negli Stati Uniti e al di fuori”, sostiene Tesla Motors, società fondata nel 2003 da un gruppo di ingegneri della Silicon Valley intenzionati a dimostrare che le auto elettriche sono migliori di quelle a benzina. Il “maldestro tentativo” di Katz potrebbe far parte di questi piani.
Pierluigi Sandonnini