Elon Musk ha vinto la “scommessa” da 50 milioni di dollari sulla realizzazione della batteria agli ioni di litio più grande del mondo , un complesso realizzato con il contributo (anche economico) delle autorità australiane che intende usarlo come apparato di supporto in caso di malfunzionamento dell’approvvigionamento energetico primario .
Basata su tecnologia Powerpack di Tesla – variante commerciale degli impianti domestici Powerwall – il nuovo impianto ha una capacità di 100 megawatt e trae energia – quando in carica dall’impianto eolico di Hornsdale. Quello stesso impianto che, durante un blackout nel settembre del 2016, lasciò senza corrente elettrica 30.000 abitazioni nello stato dell’Australia Meridionale.
Nei mesi scorsi Elon Musk in persona aveva promesso di poter realizzare l’impianto in meno di 100 giorni , anche se i lavori erano già stati avviati prima dell’annuncio di Musk. Sia come sia il risultato finale gioverà soprattutto ai cittadini australiani, e in particolare alle 30.000 abitazioni che hanno subito il blackout e che ora non dovranno temere un nuovo evento del genere grazie alla “mega-batteria” di Tesla.
Congratulations to the Tesla crew and South Australian authorities who worked so hard to get this manufactured and installed in record time! https://t.co/M2zKXlIVn3
– Elon Musk (@elonmusk) 23 novembre 2017
L’impianto Powerpack dell’Australia Meridionale trarrà energia dalle pale eoliche di Hornsdale , una tecnologia che secondo le ultime ricerche ha oramai raggiunto costi di produzione e manutenzione inferiori a quelli necessari per gli impianti a carbone o a energia nucleare. Il che potrebbe incentivare la nascita di nuovi impianti simili che a loro volta potrebbero affidarsi alla soluzione di Tesla per lo stoccaggio energetico.
Ma non sono tutte rose e fiori per Tesla, azienda costantemente proiettata verso il futuro con un problema di liquidità imminente: la produzione della berlina Model 3 “brucia” mezzo milione di dollari all’ora, e andando di questo passo gli analisti stimano che l’azienda resterà senza denaro liquido – e dovrà giocoforza ricorrere al mercato per finanziarsi – entro il 6 agosto dell’anno prossimo.
Alfonso Maruccia