Il braccio di ferro tra Elon Musk e la Securities and Exchange Commission non sembra destinato a esaurirsi a stretto giro. Anzi, l’ente federale statunitense pare aver avviato una nuova indagine sul numero uno di Tesla, con l’obiettivo di far luce su attività potenzialmente riconducibili all’insider trading. Coinvolto anche il fratello Kimbal, tra le altre cose membro del consiglio di amministrazione.
Insider trading: Elon Musk e il fratello Kimbal
A riportare la voce di corridoio, al momento non confermata (né smentita) in via ufficiale, è la redazione del Wall Street Journal. Al centro della questione il tweet visibile qui sotto, condiviso dal CEO all’inizio del novembre scorso. Nel post, una richiesta rivolta agli oltre 70 milioni di follower: vendere o non vendere il 10% delle azioni della società controllate? Il 58% circa dei chiamati in causa ha risposto con un Sì
. Detto, fatto. Il tonfo in borsa è stato immediato.
Much is made lately of unrealized gains being a means of tax avoidance, so I propose selling 10% of my Tesla stock.
Do you support this?
— Elon Musk (@elonmusk) November 6, 2021
Secondo la Securities and Exchange Commission, nei giorni immediatamente precedenti alla condivisione del post, Elon potrebbe aver confidato al fratello Kimbal le proprie intenzioni. Quest’ultimo, intuita la possibilità di assistere a un repentino calo del valore, si sarebbe poi liberato di una parte consistente dei titoli controllati (88.500 azioni cedute poche ore prima del tweet).
Lo stesso Kimbal è intervenuto nei giorni scorsi sul palco della conferenza ETHDenver in scena a Denver. Ha detto la sua in merito alla questione Tesla-Bitcoin, definendo molto ignorante
l’atteggiamento assunto dall’automaker quando a inizio 2021 ha deciso di investire 1,5 miliardi di dollari nella criptovaluta. Il motivo del ripensamento? Non aver tenuto conto delle ripercussioni, a livello di sostenibilità ambientale, legate al funzionamento dell’infrastruttura decentralizzata su cui poggia la moneta virtuale.
Elon Musk e la SEC sono ai ferri corti ormai da anni, fin dal 2018, per ragioni del tutto simili: tweet del CEO rivolti ai follower e conseguente impatto sull’andamento del titolo in borsa.