Dopo aver venduto il 75% delle sue partecipazioni in Bitcoin, Tesla ha deciso, per questo terzo trimestre, di non comprare BTC e nemmeno vendere quelli in suo possesso. Una notizia che da una parte fa ben sperare i rialzisti in un possibile futuro rally, probabilmente previsto dalla società produttrice di auto elettriche.
Dall’altra però potrebbe preoccupare i ribassisti che si stanno concentrando sul bicchiere mezzo vuoto. Il problema sarebbe il fatto che non sono stati acquistati BTC evitando quindi di incrementare le posizioni attuali. Una nota dolente? Molto probabilmente no, visto l’andamento del mercato crittografico.
Infatti, un certo grado di prudenza non stupisce. Sono ancora pochi gli investitori esperti che, al contrario, acquistano Bitcoin approfittando dei momentanei ribassi. Al momento della scrittura BTC è scambiato a un prezzo di 19.143 dollari. La sua capitalizzazione di mercato è pari a 367,24 miliardi di dollari.
Tesla e Bitcoin: amore e odio o solamente prudenza?
Si tratta di amore e odio o Tesla è solo prudente di fronte alla condizione “invernale” di Bitcoin? Una domanda, questa, che merita la nostra attenzione, ma la cui risposta è difficile da dare. Sicuramente fa storia la decisione della società di vendere BTC per un valore pari a 936 milioni di dollari, ovvero il 75% delle sue partecipazioni totali.
L’obiettivo era quello di aumentare i contanti disponibili. Tra l’altro non ci sono stati oneri di svalutazione visto che il valore della criptovaluta, dalla fine del secondo all’inizio del terzo trimestre, era rimasto invariato, di poco sotto i 20.000 dollari. Nondimeno, la scelta di Tesla, aveva precisato Elon Musk, “non deve essere presa come un verdetto su Bitcoin“.