A inizio febbraio Tesla ha investito 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin, acquistando la criptovaluta e sollevando qualche dubbio sulla coerenza della mossa in termini di sostenibilità. Una parte del pacchetto, il 10% circa, è già stato ceduto nel corso del primo trimestre, portando nelle casse dell’automaker un totale pari a 272 milioni di dollari e generando così un profitto stimato in 102 milioni di dollari.
Bitcoin fa bene alle casse di Tesla
A renderlo noto è stato Zach Kirkhorn, Chief Financial Officer della società, in occasione di un confronto incentrato sui risultati ottenuti dal gruppo nell’ultimo periodo. Nonostante le difficoltà legate all’approvvigionamento di alcune componenti chiave per l’assemblaggio dei veicoli, puntando anche su una diversificazione nella catena di fornitura, da gennaio a marzo 2021 ne sono stati consegnati circa 185.000: l’incremento rispetto allo stesso periodo del 2020 è netto, +76%. Sono quasi tutte Model 3 e Model Y, solo un paio di migliaia invece le Model S e Model X.
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Tornando a Bitcoin, di recente l’azienda ha iniziato a offrire ai clienti la possibilità di acquistare le auto elettriche pagando con la moneta virtuale. Lo stesso Elon Musk si è più volte definito, via social, un sostenitore della criptovaluta per eccellenza, così come di Dogecoin. Sarà quasi certamente uno dei temi toccati l’8 maggio, quando sarà presenterà una puntata del Saturday Night Live.
Non tutti i grandi nomi del mercato automotive sono intenzionati a seguire l’esempio di Tesla: è il caso di General Motors, che nonostante le prospettive di guadagno ha reso noto di non voler, almeno per il momento, intenzione di abbracciare il mondo crypto. Secondo l’amministratore delegato Mary Barra, puntare su asset caratterizzati da un’estrema volatilità come le monete virtuali espone a rischi troppo grandi.