“La sicurezza delle informazioni è una questione che affrontiamo con grande serietà. Una esposizione di questo tipo non accadrà più”. Parola di Susan Combs – supervisore per conto dello Stato del Texas – recentemente intervenuta a commentare una fuga piuttosto imbarazzante di dati personali, relativi a circa 3,5 milioni di cittadini texani .
Nomi completi, indirizzi fisici, date di nascita, numeri di previdenza sociale . Informazioni sfuggite agli archivi di tre imponenti sistemi di gestione a livello nazionale, a partire da quelli pensionistici per finire con quello della Texas Workforce Commission . Da quest’ultima sarebbero trapelati oltre 2 milioni di dati.
A scoprire la fuoriuscita sono stati alcuni tecnici diretti dalla stessa Combs, nel corso di una scansione completa dei vari sistemi di gestione delle informazioni. Milioni di dati erano stati trasferiti per sbaglio verso un server pubblico tra il gennaio e il maggio del 2010 . Quasi un anno passato alla mercé di potenziali cybercriminali.
La stessa Combs ha dunque sottolineato come le informazioni siano state trasferite verso una location sicura. Nessun malintenzionato avrebbe finora sfruttato i dati per fini illeciti. Ma nessuno si era minimamente preoccupato di proteggere le stesse informazioni con tecniche di cifratura , una violazione evidente delle attuali policy stilate a livello federale.
Mauro Vecchio