Se i log esistono ancora e se sono attendibili, la leggerezza di lasciare un commento un po’ troppo esplicito su un forum potrebbe costare molto cara a 178 utenti del sito Topix.com . Sono tutti accusati da una coppia del Texas di aver passato il segno e aver ecceduto negli epiteti rivolti loro: soprattutto alla luce della sentenza di assoluzione per una brutta storia di violenza sessuale conquistata dai due da poche settimane.
A portare alla sbarra i 178 navigatori sono Rhonda e Mark Lesher : entrambi residenti in Texas, lui avvocato e lei proprietaria di un salone di bellezza, erano stati accusati di aver violentato un’altra donna con tanto di testimone pronto a giurare di aver visto tutto. I coniugi, sempre professatisi innocenti, non hanno potuto evitare, tuttavia, che prima della sentenza fiorisse ogni genere di commento nei loro confronti.
Commenti peraltro ingiustificati, vista l’assoluzione ottenuta dai due: che non si sono fatti scoraggiare dalle difficoltà burocratiche e hanno deciso di denunciare a loro volta tutti, o comunque una buona parte, dei propri “assalitori verbali”. Accuse definite “malate, vili e inumane” da Mark, che dunque ha preferito sporgere una denuncia per ottenere dal giudice il permesso di identificare gli autori e le autrici di quei commenti.
Una denuncia che ha portato il giudice a prendere una decisione inusuale visti i precedenti in materia: Topix.com , vale a dire il gestore della board dove sono avvenute le discussioni incriminate (che non è stato chiamato a giudizio), dovrà offrire la sua collaborazione per identificare chi si è macchiato di giudizi troppo rudi e affrettati. Parlare in forma anonima negli USA è una libertà garantita dal Primo Emendamento , ma che in nessun caso può consentire di diffamare un altro individuo.
Il giudice Dana Womack del distretto di Tarrant County ha dunque ingiunto a Topix.com di fornire i dati in suo possesso entro e non oltre il prossimo 6 marzo . Le richieste approvate dal giudice riguardano unicamente i messaggi selezionati in virtù del loro contenuto palesemente diffamatorio, e agli autori verranno chiesti i danni. Il sito, per bocca del suo CEO, ha già fatto sapere di avere intenzione di collaborare.
Luca Annunziata