L’ hacktivista più ricercato negli ultimi quattro giorni dalla polizia thailandese ha ora un nome: Aekawit Thongdeeworakul . Durante la conferenza stampa tenutasi ieri pomeriggio presso il Ministero thailandese competente per le telecomunicazione e l’informatica, lo studente ventiduenne ha, infatti, confessato pubblicamente di esser stato lui a violare la scorsa domenica l’account ufficiale di Twitter del primo ministro locale , Shinawatra Yingluck, e di aver pubblicato per suo conto diversi messaggi, accusandola di clientelismo ed incompetenza.
“Come potrà mai proteggere la nazione se non riesce nemmeno a proteggere il suo account Twitter? Pensateci bene!”: era questo l’ultimo messaggio pubblicato su Twitter dall’account @PouYingluck in seguito alla sua manomissione da parte del giovane. Ben otto messaggi, tutti critici nei confronti dell’operato governativo del primo ministro thailandese, sono stati postati fra le 10:20 e le 10:45 della scorsa domenica.
Iscritto al quinto anno della Facoltà di Architettura della Chulalongkorn University, Aekawit Thongdeeworakul si è giustificato affermando che la sua è stata un’azione innocente. Una violazione della privacy commessa, quindi, con superficialità ed ingenuità, senza la minima cura per le possibili conseguenze . Al termine della conferenza stampa il giovane è stato trattenuto dalla Polizia per fornire una più dettagliata ricostruzione dei fatti. Se verrà provata la sua colpevolezza, Aekawit Thongdeeworakul rischia fino a cinque anni di detenzione e / o una multa fino a 100.000 baht , secondo quanto stabilito dalla legge sui crimini informatici del 2007.
Il ministro dell’ICT, Anudith Nakhonthap, ha sottolineato che lo studente non diventerà un “capro espiatorio” contro chi ha visto e vede con diffidenza l’elezione della prima donna a rivestire la carica di capo del governo. Molti ritengono infatti che, nonostante il grande successo elettorale riscosso, Shinawatra Yingluck sarebbe un “burattino” nelle mani di suo fratello, l’ex-premier populista Thaksin Shinawatra, costretto a fuggire a seguito di un colpo di stato militare nel 2006.
Giorgia Gaeta