C’è una cosa che ci invidiano molto all’estero ed è il modo italiano di vivere. Per noi lavorare è solo un mezzo per vivere, le nostre passioni, la nostra vita è fuori dal lavoro .
Se il lavoro è solo un mezzo per vivere allora dal lavoro dovrei trarre tutte le necessarie risorse per poter vivere. Vivere è diverso da “sopravvivere”, include il soddisfacimento non solo dei miei bisogni naturali (casa, cibo, vestiti, riscaldamento, acqua, luce ecc), ma anche dei miei bisogni umani (assistenza sanitaria, pensione), sociali (trasporti, comunicazione) ed infine la realizzazione di me stesso come individuo.
Solo questa minima lista mi fa già capire che non posso calcolare apriori se il mio lavoro mi darà i mezzi per vivere, anzi è estremamente probabile che non me li darà mai i mezzi per vivere perché il costo delle risorse a me necessarie aumenta molto di più del ricavo che posso trarre dal mio lavoro. Per ovviare a questo ognuno di noi attua una strategia che mira a restringere al minimo le sue necessità per farle entrare nell’insieme che riesce a coprire con i mezzi che gli da il suo lavoro.
Questa tecnica io la chiamo auto-castrazione.
Una vita da castrati non è una bella vita. Si va in depressione e ci si sente male, molto male. La soluzione che bovinamente , passatemi il termine, ci vogliono far credere è che dobbiamo darci da fare noi stessi per aumentare il nostro reddito da lavoro, mentre non è possibile pagare il lavoro dipendente più di cosi.
Beh, la gente onesta ci prova a farlo, o giocando d’azzardo, con grandissima soddisfazione dello Stato biscazziere , oppure arrangiandosi in lavori extra, ma questo come ben sapete non funziona tanto.
La soluzione è diversa: occorre che le risorse a noi necessarie, specie quelle primarie, siano a nostra disposizione a prezzi accessibili a tutti. Facile a dirsi, ma a farsi? Come possiamo fare per avere tutti quelle risorse che mi permettono di VIVERE alla mia portata? Io ci provo a dare una risposta a questa domanda, senza guardare per una volta a ciò che fanno all’estero.
Un giorno una persona saggia mi disse “Nella società tanto vali, per quanto sai farti valere”. Che cosa significa in parole povere: prendiamo un fatto pubblico, che tutti conoscono e che è stato oggetto di una bella indagine di Report proprio domenica scorsa. Come si fa a far passare una cosa del genere a tutti i livelli, per 15 anni, a prescindere dal governo in carica?
La risposta è in quello che si chiama rapporto di forza, (o meglio di maggioranza). VOI che vi lamentate dell’impossibilità di avere un lavoro per VIVERE di quanta forza disponete “lì dove si può ciò che si può” per cambiare il vostro status? La risposta che riuscite a darvi è pari alla possibilità che avete ora di ottenere le risorse necessarie per VIVERE. Chi aveva interesse a raggiungere il proprio obiettivo ha raccolto, legalmente, sufficiente forza per resistere a tutto ed a tutti per 15 anni ed ancora resiste: voi potete fare altrettanto?
Vogliamo un lavoro che ci dia i mezzi per vivere (ovvero vogliamo avere a disposizion le risorse per Vivere), vogliamo Internet libera e gratuita, vogliamo dare dignità al lavoro IT, vogliamo informatizzare i servizi, vogliamo un’informazione più libera, vogliamo poter disporre di maggiore libertà tecnologica, vogliamo realizzarci come esseri umani. Beh, per realizzare tutto questo comportarsi da Troll non è di nessun aiuto. Esiste invece una forza dirompente e temibile che può cambiare tutto questo e ci permette di raggiungere qualsiasi obiettivo e si esprime nel segreto di un’urna (il 7 Giugno ad esempio).
Un’ultima cosa, su che cosa intendo per “Forza”.
Qui c’è scritto che forse si spenderanno 460 milioni di euro in più per non fare il referendum sulla legge elettorale nello stesso giorno delle elezioni europee. Lascio a voi immaginare cosa fare con 460 milioni di euro in più, ma perché utilizzano “i nostri” soldi in questo modo?
Semplicemente perché hanno la forza di farlo! (ovvero perchè glielo “permettiamo”)
A me, come a voi credo, non interessa affatto chi segga sul posto più alto del podio, non abbiamo alcun interesse in questo, siamo solo stufi di auto-castarci per aspettare che si avverino le promesse di qualcuno. Io voglio vivere ora nel terzo millennio, e potermi realizzare adesso, con tutte le possibilità che la società dell’informazione e della tecnologia offre. Di lamentarsi non c’è più tempo, altrimenti davvero per i giovani non ci sarà alcun futuro: ma per cambiare c’è bisogno di più forza altrimenti la prossima notizia che sentiremo su Punto Informatico riguardante la censura di Internet non sarà su quanto successo in Francia, in Australia, o in Nuova Zelanda, non sarà un processo che riguarda le major a migliaia di chilometri da qui, riguarderà casa nostra, la nostra rete, e perfino il nostro blog personale ed i commenti di questo forum.
È un futuro eventuale, certo nulla è detto che accada: però quanto mi piacerebbe avere la forza di cambiarlo, se non altro per poter far tacere i Real Gordon della rete.
Non sarebbe una bella soddisfazione?
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