In principio era l’improvviso ritorno sulle cyber-scene dell’ormai celebre collettivo hacker LulzSec. Un articolo fasullo in prima pagina sulla versione online di The Sun , uno dei quotidiani di punta dell’impero mediatico News Corporation . Il magnate di origini australiane Rupert Murdoch trovato morto nel giardino di casa, vittima di una fatale overdose di sostanze stupefacenti.
L’offensiva di LulzSec non era finita lì: la crew di hacktivisti aveva infatti iniziato a rilasciare online numeri di telefono e credenziali d’accesso di alcuni importanti editor legati ai quotidiani di News Corporation . C’era persino la tanto chiacchierata Rebekah Brooks, una delle favorite dello stesso Murdoch.
Migliaia di persone hanno ora ricevuto un’allarmante missiva elettronica, inviata in prima persona da Chris Duncan, direttore della divisione customer data del colosso News International . Gli autori dell’attacco sarebbero riusciti ad impossessarsi di un’enorme quantità di dati personali, rubati a tutti quei lettori che hanno finora partecipato a sondaggi e concorsi a premio sul sito ufficiale di The Sun .
Nomi completi, indirizzi fisici ed elettronici, numeri di telefono . Con la cyberoffensiva si sarebbero ottenute svariate tipologie di dati, tuttavia non relativi a transazioni finanziarie o password. A rivendicare la fuga di dati è stato su Twitter il misterioso Batteye , apparentemente non associato al gruppo hacker LulzSec. Lo stesso Duncan ha però collegato la scorribanda fraudolenta all’attacco della metà dello scorso luglio.
I dati personali dei lettori di The Sun sono così stati pubblicati sugli spazi offerti da Pastebin , con Batteye che ha parlato di un attacco mirato per “gli errori” commessi da Murdoch e dal suo quotidiano News Of The World . I vertici di News International hanno annunciato l’apertura di un’inchiesta con la polizia di Londra.
Mauro Vecchio