Roma – Buongiorno, vi scrivo per comunicarti un fatto avvenuto in questa settimana che non ho ancora riscontrato tra i tanti episodi di “avventure con i call center” raccontati dal vostro sito.
Lunedì pomeriggio squilla il telefono di casa.
Rispondo io e inizia la solita valanga di parole che fa subito identificare il chiamante: una società premurosamente mi avvisa di nuove offerte di telefonia e connettività. A questo punto rispondo come al solito interrompendo l’operatrice:
– “mi spiace ma non siamo interessati a nessuna delle vostre proposte”
– Operatrice: “Neanche ad un’offerta sull’ADSL?”
A questo punto scoppio in una risata e informo l’operatrice quali siano le difficoltà tecniche nel portare l’ADSL nella mia abitazione e le sue eventuali prestazioni sul mio collegamento. Premetto che vivo in aperta campagna, il modem va a 50.6Kbit dopo 2 interventi tecnici della Telecom, prima non si collegava proprio, e grazie a questi interventi ho saputo che tra me e la prima centrale ci sono più di 2Km di cavo in rame.
Dopo aver aggiunto come rafforzamento alle mie affermazioni che ho una laurea in ingegneria, la centralinista mi ha creduto o, almeno, le è sorto il dubbio che ci fosse qualche fondamento di vero. Quindi si è subito messa al riparo dicendo che la mia zona è coperta da ADSL o almeno questo era quanto le avevano comunicato.
Cortesemente ha quindi cercato su un qualche supporto informatico se davvero il mio numero era coperto da ADSL.
Risultato negativo, scuse dell’operatrice (davvero gentile) e saluti.
A questo punto mi pongo diverse questioni:
– è giusto che qualcuno tenti di vendermi un prodotto che non può vendermi?
– Se non ci fossi stato io dall’altra parte della cornetta ma un cittadino che ha tutto il diritto di ignorare gli aspetti tecnici dell’ADSL la procedura sarebbe andata a buon fine?
– Perché devono telefonarci almeno tre volte a settimana per proporci cambiamenti tariffari?
Cordiali saluti
Ivan