La versione Android di TikTok avrebbe aggirato gli accorgimenti posti da Google nel sistema operativo a tutela della privacy per sfruttare un loophole e raccogliere informazioni sugli utenti, dati che hanno poi consentito all’applicazione e al suo gestore (la cinese ByteDance) di tracciarne l’attività online senza offrire loro alcuna possibilità di opt out. È quanto svela oggi il Wall Street Journal facendo riferimento a un’analisi condotta da esperti.
TikTok: l’indirizzo MAC dei dispositivi Android a ByteDance
Più nel dettaglio ad essere salvato senza autorizzazione è stato l’indirizzo MAC, identificativo del device in uso e dunque utile per finalità di marketing e advertising, potendo fungere da strumento attraverso il quale veicolare messaggi pubblicitari mirati in base alle preferenze personali. Stando a quanto emerso la pratica sarebbe stata interrotta il 18 novembre 2019 dopo almeno 15 mesi. Interpellato in merito lo sviluppatore non ha rilasciato comunicazioni specifiche, limitandosi ad affermare che è impegnato nel tutelare la sfera privata dei suoi iscritti e che l’app viene costantemente aggiornata per introdurre migliorie.
Dal canto suo Google dichiara di aver avviato un’indagine per far luce su quanto accaduto, senza fornire però precisazioni sulla presunta falla di Android che avrebbe consentito il salvataggio dei dati.
Apple, nel 2013, ha reso l’indirizzo MAC degli iPhone non consultabile dalle applicazioni di terze parti. Il gruppo di Mountain View ha fatto lo stesso nel 2018 con il proprio sistema operativo, lasciando però a quanto pare la possibilità di farlo sfruttando un workaround. Così avrebbe fatto da TikTok. I ricercatori sostengono che il problema sia presente anche nell’ultima versione della piattaforma.
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L’app e la parent company ByteDance sono in queste settimane al centro di una trattativa che porterà presumibilmente alla cessione del social network. Tra gli interessati a farlo proprio c’è Microsoft. Negli ultimi giorni sono circolati rumor anche in merito a un interessamento da parte di Twitter. Il termine ultimo imposto dall’amministrazione USA è quello del 20 settembre, altrimenti potrebbe scattare il ban.