Come anticipato a fine aprile, TikTok ha denunciato il governo degli Stati Uniti per chiedere al giudice di bloccare l’applicazione della legge che impone la vendita entro 9 mesi. Secondo l’azienda cinese, il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act è incostituzionale.
Inizia lo scontro legale
La legge, firmata dal Presidente Biden il 24 aprile, impone a ByteDance di vendere TikTok entro 270 giorni, estendibili di altri 90 giorni, se la procedura è stata già avviata. Se la scadenza non verrà rispettata, Apple e Google dovranno rimuovere le app dai rispettivi store.
L’azienda cinese sottolinea nella denuncia di non avere nessuna scelta, contrariamente a quanto evidenziato dai legislatori. Si tratta di un ban a tutti gli effetti perché il disinvestimento non è possibile per motivi commerciali, tecnici e legali (TikTok preferisce lasciare gli Stati Uniti). Ciò significa che, per la prima volta nella storia del Congresso, una legge impedirà ad oltre 170 milioni di utenti di accedere ad un social network a partire dal 19 gennaio 2025.
TikTok sottolinea inoltre che la legge è incostituzionale, in quanto viola il Primo Emendamento con la “scusa” della sicurezza nazionale. Tra l’altro, il governo non mai fornito prove sul legame tra ByteDance e il Partito Comunista Cinese. L’azienda ricorda nella denuncia che ha investito oltre 2 miliardi di dollari in Project Texas (i dati degli utenti statunitensi sono conservati sui server di Oracle) e sottoscritto un accordo che prevede lo “spegnimento” del servizio, se TikTok non rispetta alcuni obblighi.
L’azienda cinese chiede al giudice di dichiarare la legge incostituzionale e di bloccare la sua applicazione. Lo scontro legale proseguirà sicuramente fino alla Corte Suprema. TikTok ha già ottenuto due vittorie in passato. I giudici hanno impedito il ban in Montana e quello tentato dall’ex Presidente Donald Trump perché contrari al Primo Emendamento.