La Corte Suprema ha accettato di esaminare la richiesta presenta da TikTok. I giudici dovranno stabilire la costituzionalità della legge che impone la vendita entro il 19 gennaio 2025. La prima udienza è prevista il 10 gennaio 2025. In caso di sentenza negativa, Apple e Google dovranno rimuovere l’app dai rispettivi store.
Ultima puntata della vicenda
Come è noto, il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, approvato a fine aprile, impone a ByteDance di vendere TikTok ad un’azienda non cinese, in quanto rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale. Dopo la bocciatura del ricorso in appello inizierà l’ultimo grado di giudizio.
La Corte Suprema ha accettato l’esame del caso, ma non ha emesso un’ingiunzione temporanea per bloccare l’applicazione della legge. Ciò significa che la sentenza definitiva dovrà arrivare entro il 19 gennaio. Nel documento pubblicato dai giudici (PDF) è scritto che la questione di costituzionalità della legge verrà affrontata durante l’audizione del 10 gennaio che durerà due ore.
TikTok e il Dipartimento di Giustizia dovranno inviare le dichiarazioni di apertura in forma scritta entro il 27 dicembre. Stessa scadenza per le terze parti che vogliono partecipare alla causa (American Civil Liberties Union, Electronic Frontier Foundation e Knight First Amendment Institute hanno appoggiato la richiesta di TikTok). Le successive risposte dovranno pervenire entro il 3 gennaio.
Questo è il commento ufficiale dell’azienda cinese:
Siamo soddisfatti dell’ordinanza odierna della Corte Suprema. Crediamo che la Corte riterrà incostituzionale il ban di TikTok, così che gli oltre 170 milioni di americani sulla nostra piattaforma possano continuare a esercitare i loro diritti di libertà di parola.
Il CEO Shou Zi Chew ha incontrato Donald Trump a Mar-a-Lago. Quasi certamente ha chiesto un suo intervento, se la Corte Suprema dovesse confermare la costituzionalità della legge. TikTok ha sottolineato in passato che non ci sono i tempi tecnici per la vendita (richiede anche il permesso del governo cinese), quindi c’è il rischio che l’accesso al social network venga impedito in tutto il mondo.