In concomitanza con il lancio di Mountain Lion , il CEO di Apple Tim Cook si è concesso diversi interventi pubblici e interviste per parlare delle strategia di mercato di Apple, del nuovo sistema operativo e soprattutto dell’impegno nei confronti delle condizioni di lavoro dei dipendenti dei suoi fornitori.
Tim Cook ha rilasciato un’ intervista al Wall Street Journal in cui non ha escluso la possibilità di vedere in futuro un’ulteriore convergenza tra iOS e OS X e in cui ha parlato di come la Cina sia un mercato sempre più importante per Apple ( le ultime cifre parlano di vendite pari a 13 miliardi di dollari ). Ma è soprattutto sulla questione dei lavoratori degli appaltatori che si è concentrato il CEO.
Già qualche giorno fa Cook era intervenuto nel corso della conferenza annuale su tecnologia e Internet organizzato da Goldman Sachs a San Francisco. L’occasione gli aveva permesso di parlare un po’ di tutto , a partire dai numeri delle vendite di Apple, passando per il significato strategico di mercati in espansione come Cina e Brasile, fino ad arrivare ancora ad approfondire gli sforzi fatti per migliorare le condizioni di lavoro presso i suoi fornitori: “Nessuno nel nostro settore sta facendo più di Apple” su questo fronte, aveva ribadito.
Il CEO di Apple ha sottolineato la complessità della situazione, della catena di montaggio e la granularità delle singole situazioni che possono cambiare da fabbrica a fabbrica, e ha ribadito l’impegno di Apple affinché siano riconosciuti “i diritti di ogni lavoratore e condizioni giuste, sicure dove possano guadagnare salari equi ed esprimere liberamente i loro disagi”. Si tratta della prima occasione che ha avuto Cook per parlare pubblicamente dell’argomento che ha portato Cupertino polemicamente sulle pagine del New York Times , argomento che pare proprio stia molto a cuore ad Apple.
Il convitato di pietra destinatario ideale di quest’arringa era proprio il giornale che ha messo in prima pagina iPad con un riferimento a “i costi umani” del tablet: dopo l’ approfondimento del NYT che tirava in ballo Apple per approfondire le ombre e le iniquità dell’economia globalizzata, Cupertino aveva protestato ufficialmente con il giornale, contestandogli imprecisioni e parzialità. Ma a quanto pare gli strascichi nei rapporti tra i due sono andati oltre l’episodio in sé.
Così, alle mini-conferenze di presentazione di Mountain Lion non è stato invitato alcun inviato del NYT, e così l’intervista esclusiva di Tim Cook è stata concessa al concorrente diretto Wall Street Journal . E se ieri si commentava che il nuovo approccio alle PR di Tim Cook sembrerebbe diverso da quello dell’era Jobs, qualcos’altro non è cambiato: chi punge sul vivo Apple, come già era accaduto con Gizmodo dopo lo scandalo del prototipo iPhone 4 rubato, è destinato a venire ostracizzato dalle sale stampa di Cupertino.
Claudio Tamburrino