“Sono fiero di essere gay, lo considero uno dei più grandi doni che Dio mi ha dato”: Tim Cook, CEO di Apple, decide di fare coming out e rendere pubblico un aspetto molto privato della sua vita . “Se sentire che il CEO di Apple è gay puoi aiutare qualcuno a capire meglio chi è, dare conforto a qualcuno che si sente solo, o ispirare persone che si impegnano per l’uguaglianza – ha spiegato – allora questo sacrificio della mia privacy sarà valso la pena”.
“Essere gay mi ha fornito una profonda consapevolezza di cosa significhi essere parte di una minoranza e mi ha offerto un punto di vista sulle sfide che le persone che fanno parte di altre minoranze devono affrontare ogni giorno. Mi ha reso più comprensivo, il che ha arricchito la mia vita. A volte è stato duro e scomodo, ma mi dato il coraggio di essere me stesso, di seguire la mia strada, di superare avversità e bigottismo. Mi ha anche dato la pelle di un rinoceronte, qualcosa che torna utile quando sei il CEO di Apple”. Cook dice che in nessun modo essere gay lo abbia reso diverso, e contando i successi ottenuti nel corso della sua carriera difficilmente qualcuno potrebbe smentirlo.
La notizia che Tim Cook sia omosessuale ha un valore molto ridotto per quanto riguarda la gestione di Apple: l’azienda di Cupertino è cresciuta e si è affermata in uno dei contesti sociali più tolleranti e progressisti del mondo, in California e nei pressi di San Francisco dove il movimento LGBT ha avuto importanti rappresentanti e dove la comunità gay gode del rispetto della maggioranza dei cittadini, ma non in tutti gli Stati Uniti vige un uguale trattamento per chi dichiari pubblicamente il proprio orientamento sessuale. La situazione è anche peggiore in altri luoghi in giro per il mondo. Apple ha spesso preso posizione nel dibattito politico sulla materia (lo stesso Cook cita quanto accaduto in Arizona e Alabama recentemente), e ora se possibile il suo peso specifico aumenterà visto il fatturato e l’indotto che è in grado di generare.
Da tempo si chiacchierava sulla presunta omosessualità di Cook, fatto che a ragione il CEO ha sempre ritenuto una faccenda privata e pertanto non ha mai voluto confermare o smentire: la decisione di farsi avanti, racconta in una sorta di lettera aperta , è stata dettata da un imperativo morale, figlio della eredità di personaggi come Martin Luther King e Robert F. Kennedy che hanno caldeggiato l’impegno sociale dei cittadini per il miglioramento della società. La posizione di Cook è però leggermente più sfumata visto che il suo orientamento sessuale, dice, non era un mistero per i suoi collaboratori e i suoi amici, e questo non gli hai mai causato alcun problema: ma non vuole essere definito o incasellato unicamente in base al suo coming out.
“Sono un ingegnere, uno zio, un amante della natura, fissato con la forma fisica, un figlio del Sud, un amante dello sport e molte altre cose. Spero che le persone rispettino il mio desiderio di concentrarmi sulle cose che so fare meglio e sul lavoro che mi dà tante soddisfazioni”: Cook, in pratica, pone l’accento sul vero concetto di tolleranza, provando a priori a disinnescare la prevedibile strumentalizzazione che potrebbe essere fatta delle sue parole. In altre parole: essere o non essere gay, così come essere o non essere eterosessuale, è solo un aspetto della personalità che andrebbe considerato alla stregua di qualsiasi altro tratto del carattere senza attribuirgli chissà quale significato o peso nella valutazione delle qualità e delle capacità di una persona .
Luca Annunziata