Dalla serata di ieri la rete unica ha fatto un ulteriore passo avanti in quello che sembra essere un incedere ormai scandito, verso un orizzonte ormai delineato, sempre e comunque con il timore di un passo falso in qualsiasi momento dopo tanta attesa. Il passo è quello annunciato da TIM, che in poche ore porta in FiberCop (la neonata realtà che a breve incrocerà i propri destini con Cassa Deposito e Prestiti) due nomi quali KKR e Fastweb.
FiberCop, ecco KKR e Fastweb
Ecco quindi le parole ufficiali con cui anche questo tassello va al suo posto e la figura complessiva inizia a prendere forma:
Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha approvato l’accordo con KKR Infrastructure e Fastweb relativo alla costituzione di FiberCop, la NewCo in cui verranno conferite la rete secondaria di TIM (dall’armadio di strada alle abitazioni dei clienti) e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture partecipata da TIM (80%) e Fastweb (20%). Il Consiglio ha altresì espresso soddisfazione per la recente firma di un protocollo d’intesa con Tiscali.
Ma non solo: nel medesimo comunicato, come in una dichiarazione di intenti che si fa promessa, v’è anche l’annuncio del passo successivo. Eccolo:
Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha inoltre esaminato e approvato la lettera d’intenti con CDP Equity finalizzata ad integrare FiberCop nel più ampio progetto di costituzione di una società della rete unica nazionale. Il Cda ha dato mandato all’Amministratore Delegato, Luigi Gubitosi, di sottoscrivere l’intesa.
L’annuncio è inoltre benedetto dall’AD Fastweb, Alberto Calcagno:
È il calcio di inizio per una nuova fase nel settore delle telecomunicazioni. L’adesione di CDP – che adesso è più vicina – toglie qualsiasi dubbio sul ruolo di pivot che FiberCop svolgerà nel chiudere definitivamente il gap delle reti a banda ultralarga nel paese. Con la partecipazione a questo accordo, Fastweb conferma la sua vocazione infrastrutturale: rimaniamo concorrenti agguerriti di TIM sui servizi ma ci impegniamo in modo diretto ed importante sullo sviluppo delle infrastrutture, portando avanti il ruolo di innovatori che ci ha contraddistinto negli ultimi 20 anni. Siamo certi che FiberCop porterà a termine nei tempi stabiliti l’impegno di completare la cablatura FTTH del 55% della popolazione; contestualmente andremo avanti con il nostro progetto complementare nelle aree grigie e bianche, sfruttando il 5G FWA per portare il miglior servizio ai nostri clienti e mantenendo così la nostra posizione di leadership nella fornitura di servizi di connettività a banda ultralarga
Una voce fuori dal coro: Franco Bernabé
Eppure c’è chi ancora preferisce tenere le mani avanti, ricordando come l’approdo alla meta non sia ancora così scontata: si tratta di Franco Bernabé, nome sicuramente influente nel contesto del mondo telco italiano. Si tratta di parole giunte poche ore prima dell’ultimo annuncio TIM, dunque ancora non supportate dall’ufficialità dell’adesione KKR, ma sembrano voler ricordare come finora la partita si stia giocando tutta in campo FiberCop e che in seguito andrà giocata su un piano differente:
Mi sorprende un po’ che venga dato per scontato l’esito di un progetto irto di ostacoli e su cui gravano molte incognite. Il processo coinvolgerà due grandi società quotate, Tim ed Enel, i cui cda dovranno valutarne la convenienza e le implicazioni, dei soggetti terzi, come il fondo Kkr e forse anche Macquaire, che badano principalmente al ritorno economico, e un investitore pubblico con soldi privati qual è la Cdp. A mio parere non basta un’indicazione di consenso politico per buttare il cuore oltre l’ostacolo
Ma intanto FiberCop sta prendendo forma con una potenza di fuoco non indifferente, molto probabilmente per avere le leve contrattuali necessarie per giungere ad un accordo vantaggioso quando le carte andranno messe sul piatto. Bernabé sembra non volersi fidare così come non ci si fida degli sguardi in una partita di poker. Ma al tempo stesso in questa partita nessuno sembra più avere assi in mano.