Quando si parla di TIM non si parla soltanto di rimodulazioni o espansione del 5G in Italia. L’operatore telefonico italiano è anche una delle aziende che cerca di spingere le ultime soluzioni nel settore della cybersecurity, guardando con molto interesse alle strategie Made in Italy da implementare nelle aziende e nelle PA. In particolar modo, durante la recente Cybersecurity Challenge a Roma TIM ha lanciato una sfida alla nuova generazione di esperti, parlando nel dettaglio del mercato.
TIM e la cybersecurity
Come ripreso dal Corriere Comunicazioni, il Centro Studi TIM ha pubblicato recentemente il whitepaper Cybersecurity made in Italy mostrando chiaramente l’evoluzione delle minacce e la situazione del mercato tra domanda e offerta. È evidente da tali dati che il mercato nazionale della cybersecurity sia in forte sviluppo ed è caratterizzato da una forte frammentazione: si parla di una crescita media annua dell’11-12% e di miglioramenti lampanti per il 10-15% delle aziende dedicate ai servizi cyber.
Tale crescita vede prevalere due modelli di lavoro: la focalizzazione su un singolo segmento di clienti, e la proposta di un’offerta ampia con almeno una tecnologia proprietaria disponibile alle aziende.
Eugenio Santagata, Chief Public Affairs and Security Officer di TIM, ha dunque puntato i riflettori sulla volontà e necessità di investire sulle tecnologie italiane con un focus specifico sulle PMI: “L’obiettivo è quello di costruire una solida base di cybersecurity italiana che possa competere a livello internazionale. Vogliamo attrarre investimenti e talenti nel nostro paese, promuovere lo sviluppo di tecnologie innovative e creare un ambiente favorevole all’innovazione. In questo modo, potremo affrontare le sfide della cybersecurity in modo efficace e fornire soluzioni affidabili e all’avanguardia per proteggere le nostre infrastrutture digitali” ha dichiarato.
A queste parole si è aggiunto Bruno Frattasi, il direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, affermando che le competenze devono arrivare a partire dagli ITIS e dalle università, pronte a dialogare con il mondo delle imprese per far crescere una nuova consapevolezza del settore.