Dopo aver maltrattato Microsoft per la nuova politica delle “app” ludiche fatte girare nella sandbox eterodiretta dello Store di Windows 10, Tim “ZZT” Sweeney è tornato di nuovo sulla questione in una recente intervista rilasciata alla rivista Edge. La piattaforma Universal Windows Platform (UWP) è nemica dei videogiochi e degli utenti di PC, suggerisce Sweeney, e Microsoft giocherà sporco per imporre le sue “app” al posto del tradizionale software per computer.
L’obiettivo dichiarato di Microsoft è sfruttare la tecnologia “blindata” di UWP per trasformare il PC in un “walled garden” in stile gadget mobile, ha spiegato Sweeney , e per raggiungere tale obiettivo la corporation non esiterà a sfruttare le stesse tattiche anti-competitive già adottate in passato per tagliare le gambe alla concorrenza.
Il rischio evidenziato dallo sviluppatore riguarda questa volta il tentativo di sostituire in maniera definitiva il software Windows tradizionale – basato sulla Windows API meglio nota come WinAPI o Win32 – con le app distribuite da remoto: certo un modo per migliorare la sicurezza sulla piattaforma Windows, ma anche per “blindare” ciò che gli utenti e gli sviluppatori possono fare con i loro programmi.
Win32 è stata fin qui una piattaforma libera e liberamente sfruttabile, modificabile o anche analizzabile da chiunque, una vocazione alla openness che ha permesso la nascita di innumerevoli servizi di accesso ai contenuti videoludici – primo fra tutti lo store digitale di Steam creato da Valve 12 anni or sono.
Con le app UWP il rischio malware si riduce, ma si impedisce agli utenti di modificare il software; secondo Sweeney, Microsoft proverà a costringere tutti a passare al nuovo modello abbandonando del tutto i programmi in standard Win32.
Lentamente ma inesorabilmente, preconizza Sweeney, nei prossimi cinque anni UWP sarà stata imposta come la piattaforma software predominante su PC e Microsoft rilascerà una patch obbligatoria che influenzerà negativamente il funzionamento di Steam. A quel punto la piattaforma Wintel sarà poco più di un ecosistema chiuso in stile gadget mobile.
Alfonso Maruccia