Dopo il rapporto di Assinform-Confindustria sullo stato del mercato digitale in Italia, un nuovo studio Analysys Mason (basato su dati Assotelecomunicazioni-Asstel e sindacati di categoria) evidenzia come la crisi economica si faccia sentire anche sulle telecomunicazioni: le aziende non guadagnano più come in passato ma nonostante questo continuano a investire nelle reti di nuova generazione.
Il rapporto Asstel stima a 48,6 miliardi di euro il fatturato 2012 dell’intera filiera delle tlc inclusiva di operatori, fornitori di apparati e terminali e call center, un calo del 2,4 per cento rispetto all’anno precedente e che naturalmente ha avuto conseguenze anche sul fronte occupazionale (-5 per cento di posti di lavoro).
La banda larga fissa italiana, dice Asstel, è affetta da un disturbo bipolare che vede le linee ADSL/3G disponibili al 95,6 per cento della popolazione ma usate solo per il 55 per cento – un dato nettamente inferiore rispetto al 77 per cento della Francia, all’82 per cento della Germania e al 67 per cento della Spagna.
Per contro, nel 2012 le linee mobile sono cresciute del 27 per cento e la spesa per gadget mobile è aumentata del 20 per cento: la banda larga in mobilità è disponibile per il 14 per cento della popolazione, un livello di penetrazione superiore a quello a singola cifra dei principali paesi europei .
L’incremento del mercato mobile non si è sin qui trasformato in aumento di ricavi per gli operatori, e Asstel giustifica questa discrepanza con una concorrenza serrata e il taglio per le tariffe di terminazione imposto dagli organi di controllo.
Nonostante la riduzione dei ricavi, dice ancora il rapporto Asstel, nel 2012 gli investimenti degli operatori nelle reti di nuova generazione – fisse e mobile – è arrivato al 16,3 per cento del fatturato. Si tratta, anche in questo caso, di un valore superiore a quello degli altri grandi paesi della UE.
Sempre in ambito di telecomunicazioni, la versione aggiornata del rapporto trimestrale dell’AGCOM e presentata nei giorni scorsi registra una riduzione di accessi da rete fissa, il calo del numero di SMS inviati nel periodo indicato (-4 per cento pari a 22,5 miliardi di messaggi) a causa delle app per cellulare e una crescita degli accessi Internet a banda larga complessivi.
La comparazione di AGCOM fra i ricavi degli operatori di TLC tradizionali e quelli degli “over the top” (OTT) come Apple, Google e Yahoo! viene infine criticata da Stefano Quintarelli e messa alla berlina come analisi basata su criteri di selezione poco trasparenti.
Alfonso Maruccia