Token: cosa sono e differenze rispetto ai Coin
Chi sta muovendo i primi passi nell’universo delle criptovalute potrebbe trovarsi disorientato di fronte a tanti termini nuovi, astrusi, difficili da digerire. In un dizionario più o meno nuovo, se seguissimo l’ordine alfabetico, la parola token la ritroveremmo molto in fondo, quasi alla fine. Per la sua importanza però, è preferibile spostarla ai primi posti, diciamo dopo blockchain e criptovaluta.
E se la spiegazione, di suo, non rappresenta un problema insormontabile, qualche difficoltà in più potrebbe arrivare quando si cerca di spiegare la differenza con le Coin. Vedremo comunque che in realtà è un passo falso di chi ancora non ha ben chiare le idee su una materia tanto affascinante quanto complicata. Al momento è sufficiente dire che una cosa sono i token e un’altra sono le Coin (tra poco saremo un po’ più esaustivi, promesso).
Di carne al fuoco ce n’è abbastanza, visto l’argomento. La prima parte della guida sarà incentrata sul significato di Token e, soprattutto, su quali e quanti ce ne sono. Nella seconda parte invece ci concentreremo sulla differenza con le Coin e su come è possibile ottenerle. Spazio, infine, alle conclusioni e a una pratica FAQ con cui rivedere alcuni dei passaggi più importanti del nostro approfondimento.
Token: cosa sono e come funzionano
Partendo dal presupposto che i lettori di questa guida sono ancora persone inesperte del mondo delle criptovalute, e volendo semplificare al massimo la questione, possiamo definire i token come dei beni il cui valore è determinato dal contesto in cui operano.
E siccome in questo caso il campo di riferimento è quello delle criptomonete, ha più senso parlare di beni digitali. Tornando invece per un attimo alla vita reale, possiamo paragonarli ai braccialetti consegnati agli ospiti di un centro benessere. In che senso?
Poniamo il caso di essere entrati da poco alla “Blue Lagoon”, il centro termale più famoso d’Islanda. All’arrivo ci viene chiesto di indossare un banale braccialetto colorato, indispensabile per essere “riconosciuti” all’interno della struttura: per aprire l’armadietto dello spogliatoio, per comprare un drink in uno dei locali a bordo piscina, per chiedere un massaggio extra, eccetera eccetera. Dove vogliamo arrivare? Che quel braccialetto, all’apparenza insignificante e uguale a tutti gli altri, all’interno della famosissima Blue Lagoon acquista un valore fondamentale. Se invece esibissimo lo stesso braccialetto in un ristorante lussuoso di Reykjavik, giusto per restare in Islanda, probabilmente inizierebbero a guardarci storto.
La stessa traduzione di Token, cioè gettone, è indicativa: il gettone che otteniamo ricaricando la tessera dell’autolavaggio ci consente di lavare la nostra auto, ma se poi lo usassimo per prendere il carrello al supermercato diventerebbe inutilizzabile.
Per spiegare invece come funzionano, non si può prescindere dalla blockchain, in quanto le regole stesse di un “gettone” sono stabilite da uno smart contract, uno specifico programma presente sulla blockchain che a sua volta registra le transazioni realizzate.
Nella maggior parte dei casi, come nel programma fedeltà proposto da Bitpanda, denominato BEST (acronimo che sta per Bitpanda Ecosystem Token), è possibile generare dei punti che serviranno per sbloccare dei livelli per ottenere bonus aggiuntivi sugli investimenti, sia per gli acquisti che per le vendite.
Ci sono poi le DApp, le applicazioni decentralizzate che gravitano attorno alla blockchain, in grado di generare token e consentire l’uso di beni fungibili crittografici.
Standard Erc 20 e Erc 721
ERC-20 è lo standard alla base della creazione di token sulla blockchain di Ethereum. È stato inventato dallo sviluppatore Fabian Vogelsteller, al fine di incentivare l’interoperabilità tra gli smart contract. Grazie all’introduzione di ERC-20, è possibile collegare gli utenti, le piattaforme di scambio e i portafogli a un contratto. Riassumendo, si può affermare che lo standard ERC-20 token rappresenta il pilastro della tokenizzazione delle risorse, che a sua volta è alla base di transazioni più rapide e sicure.
Mentre lo standard ERC-20 è collegato ai beni fungibili, lo standard ERC-721 è stato fondamentale per creare i primi NFT di cui tutti oggi parlano.
Tipi di token esistenti
In linea generale, ci sono due tipologie di token: fungibili e non fungibili. I primi sono uguali l’uno all’altro, si possono frazionare in parti di uguale valore, si possono scambiare con altri beni di uguale valore e all’occorrenza possono essere ripetuti. Invece gli NFT sono unici, indivisibili, insostituibili e irripetibili.
A loro volta i primi si suddividono in quattro differenti tipologie:
- utility token
- security token
- commodity token
- equity token
I più diffusi sono gli utility token, che vengono impiegati dalle società per rendere più appetibili i loro prodotti. È il caso di BEST che, come accennavamo in precedenza, è il “carburante” dell’ecosistema di Bitpanda. Gli utenti che possiedono BEST hanno diritto a vantaggi esclusivi, come l’accesso in anteprima a nuove funzionalità della piattaforma o a vere e proprie ricompense.
Utility token
Per utility token si intendono i token emessi da un’azienda per i suoi clienti. Il loro acquisto consente di beneficiare di servizi o trattamenti speciali rispetto a specifiche funzioni. Come accennato sopra, vengono utilizzati per avvicinare le persone all’intero ecosistema della piattaforma. In questo senso, l’esempio dei BEST di Bitpanda è illuminante.
Nella maggior parte dei casi, questa tipologia viene creata in occasione delle ICO (Initial Coin offering): le persone che scelgono di investire nel progetto ricevono appunto dei token in cambio del capitale investito.
In passato tale legame è stato oggetto di approfondimenti da parte delle autorità finanziarie degli Stati, soprattutto per quanto riguarda la distinzione tra utility e security token. Il caso più famoso ha per protagonista Ripple e la SEC (Securities and Exchange Commission), l’autorità che controlla la borsa valori degli Stati Uniti d’America (l’equivalente della Consob).
Security token
La SEC definisce security un investimento di denaro in un’azienda comune accompagnato da promesse di profitto in riferimento agli sviluppi del progetto. Dunque, se l’acquisto ha come fine l’ingresso nell’ecosistema allora si parla di utility token; al contrario, se un investitore entra in campo dopo una promessa di guadagno si parla di security token.
Per semplificare il discorso, questi ultimi rappresentano una frazione di un asset che l’azienda cede agli investitori con un’offerta regolamentata. In pratica si segue il meccanismo che è alla base della vendita di azioni di un’impresa, né più né meno. Allo stesso modo, il loro valore è strettamente correlato a quello della società.
Commodity token
I commodity token sono token fungibili garantiti da commodities, ossia da beni fungibili come l’oro. Nel settore delle criptovalute, uno dei principali esempi di questa tipologia di bene digitale è Tether Gold, token garantito da riserve di oro reale. Stesso discorso per PAX Gold (PAXG), emesso dalla società Paxos, a cui fa riferimento anche la stablecoin Paxos Standard ancorata al dollaro statunitense.
Equity token
L’equity token è paragonabile al security token, poiché rappresenta una quota dell’impresa che emette i beni fungibili. Gli investitori che acquistano questa tipologia si pongono come obiettivo quello di trarre profitto dall’investimento fatto.
Chi detiene un equity token ha i medesimi diritti di chi acquista le azioni di Tesla, Apple o qualsiasi altra azienda quotata in borsa. La differenza sostanziale tra le quote azionarie e gli equity token è che le prime sono registrate tramite un certificato di carta e inserite in un database, i secondi invece entrano a far parte della blockchain.
Token fungibili
I beni fungibili possono essere sostituiti o scambiati con altri beni simili. Ad esempio, una frazione di Bitcoin è uguale a un’altra frazione di Bitcoin, da qui la definizione di token fungibile.
Il significato di fungibile può essere esteso anche al mondo reale. Prendiamo come esempio una banconota da 5 euro: è un bene fungibile perché viene facilmente sostituita con un’altra banconota dello stesso valore, è ripetibile (la Banca Nazionale di ogni Stato provvede alla stampa delle banconote da 5 euro tutte uguali) ed è divisibile, in quanto è sufficiente avere due monete da 2 € e una da 1 € per avere l’esatto valore.
Il medesimo discorso lo si può poi estendere ad altre categorie di prodotti, come ad esempio il grano, il petrolio o lo stesso oro.
Al netto di quanto detto, appare chiara la differenza tra token fungibili e token non fungibili (i famosi NFT di cui si sente parlare sempre più spesso).
Differenza tra Token e Coin
Per spiegare la differenza tra Token e Coin, occorre prima capire qual è la differenza tra Token e criptovaluta.
Una criptovaluta è alla base del funzionamento di una blockchain, essendo la forma di retribuzione dei miners (le persone deputate alla verifica delle transazioni all’interno della blockchain). Ci sono poi Token e Coin: entrambi appartengono alla stessa “famiglia” indicata dal nome criptovaluta, di cui sono una sorta di sottoinsieme.
Coin è la parola che rappresenta al meglio il concetto di moneta digitale all’interno del mondo delle criptovalute: ha una sua blockchain, svolge la funzione di moneta a tutti gli effetti e può essere minata. Per intenderci, BTC è l’altcoin del protocollo Bitcoin, ETH di Ethereum, DOGE di Dogecoin, eccetera.
Al contrario, il token non ha una sua blockchain, ma è emesso da una DApp realizzata su un’altra blockchain. Non svolge nemmeno la funzionalità di moneta, ma – prendendo in prestito la definizione del portale Blockchain4Innovation – “è un insieme di informazioni digitali all’interno di una blockchain che conferiscono un diritto a un determinato soggetto”.
Come ottenere o creare nuovi token
Per ottenere nuovi token si può partecipare a eventi noti come airdrop o crypto drop. Di solito i partecipanti vengono scelti tra gli utenti della blockchain, a patto che i loro wallet rispettino i requisiti richiesti. Al termine dell’evento, alcuni utenti riceveranno l’airdrop token, ossia un quantitativo di token che viene aggiunto al portafoglio elettronico dei più fortunati. Per maggiori informazioni in proposito, consigliamo la lettura del nostro approfondimento sugli airdrop di criptovalute.
Un altro modo per guadagnare nuovi “gettoni” è iscriversi a un exchange di criptovalute ed eseguire almeno un’operazione di investimento al mese. Tra le piattaforme di riferimento citiamo quella di Bitpanda che, oltre a utilizzare degli utility token chiamati BEST (Bitpanda Ecosystem Token), consente ai suoi utenti iscritti anche di partecipare ad alcuni airdrop di criptovalute.
Conclusioni
Siamo finalmente giunti alle conclusioni. In questa nostra guida abbiamo spiegato cosa sono i Token, usando diversi esempi pratici per agevolarne la comprensione. Ci auguriamo di essere riusciti nel nostro intento. Tutti coloro che sono interessati a possedere uno o più “gettoni” digitali, possono prendere in considerazione l’iscrizione a Bitpanda, tra le piattaforme più sicure e apprezzate per investire in criptovalute e altri interessanti asset.
Con Bitpanda è possibile ottenere i BEST, i “gettoni” nativi dell’ecosistema creato dall’innovativa azienda austriaca. Per maggiori dettagli sulla piattaforma in oggetto, l’invito è di consultare la nostra recensione su Bitpanda: nell’articolo abbiamo spiegato in maniera dettagliata le caratteristiche e i servizi del broker, le commissioni e i prezzi, oltre i pro e contro.